Berlino. Non c'è più una chiara distinzione tra est e ovest. Non si nota. Se non sai in che quartiere sei non sapresti dire se era est o ovest. Anzi. C'è una zona della vecchia Berlino Est che ora è uan delle più moderne e chic. E' stata quasi completamente rimessa e nuovo e i lavori di ristrutturazione dei vecchi palazzi continuano in tutte le vie. Le più commerciali sono una successione di negozi di moda e ristoranti dagli interni curati e raffinati. Trattorie italiane e wine bars, Sushi Restaurants e China Box.
Sto parlando di Prenzlauer Berg, il risultato più eclatante della gentrification berlinese.
La via, una laterale di Schönhauser Alle proprio all'altezza dell'omonima fermata della metropolitana U2.
La imbocco e comincio il conto alla rovescia, indovinando se il numero che cerco sarà a destra o sinistra.
Già. Qui funziona così; i numeri civici partono da un lato della strada in successione crescente e arrivano in fondo alla via per poi fare inversione ad U e continuare la numerazione.
....50, che bei palazzi nuovi qui, 49, 48, 47, giallo, 46, rosa, 45, bianco, 44, che bello qui, 43.
Quaranta tre.
Muro decrepito pieno di affissioni ultradatate, non c'è il citofono, la porta è sempre aperta.
(Prossimamente su google street view le coordinate esatte per gli increduli).
Porta in fondo al cortile, secondo piano.
Casa.
Tipicissimo appartamento berlinese in palazzo berlinese.
Ingresso.
Il pavimento è di legno. E' stato verniciato di bianco, ma molti anni fa, è evidente.
Manca la lampadina centrale. Scarpiera, specchio, planisfero.
Cucina.
Il pavimento è di legno. E' stato verniciato di bianco, ma molti anni fa, è sempre evidente.
Pareti giallo intenso, con pittura data sulla carta da parati.
C'è tutto quello che serve.
Lavello, lavatrice, frigo, tavolo, stoviglie, posate, pentole. Cucinotto a gas con forno a gas che all'occorrenza funge da riscaldamento.
Bagno.
Larghezza 150 cm. Pareti azzurro acceso, con pittura data sulla carta da parati.
Lavandino mignon, tazza, e dietro la tazza la doccia con finestra sul cortile. Ops. Ferritoia sul cortile.
Stufa a gas che si accende con delle rumorose manovre da bombarolo.
C'è tutto quello che serve.
Ops.
Il bidet?
Ehm...non c'è. Si sa. E' tipicamente italiano. o quantomeno latino. Al nord non c'è. Mai.
In ogni caso non ci sarebbe stato.
(ho il sospetto che qualcuno stia facendo la lavatrice in questo momento, mi vibra inspiegabilmente un braccio).
Con ogni probabilità la casa è nata senza bagno, visto che tutte le tubature sono a vista e poi lo so che le case della vecchia Berlino Est erano senza bagno privato.
Quindi è un lusso che ci sia.
Stanza 'ufficio'
Pavimento rosso, pareti bianche.
Tavolo grande, libreria.
E...e.....
stufa a carbone.
Ebbene si, c'è un enorme stufa rivestita di mattonelle che funziona con il carbone.
Ogni giorno, o ogni volta che si spegne, bisogna mettere carta, legna e carbone e farla partire.
Dopo 2 o3 ore comincia ad emanare un po' di calore. Di conseguenza si raffredda molto lentamente e continua d emanare calore anche molte ore dopo che si è estinto l'ultimo tizzone.
Il carbone viene fornito a casa o si compra nei negozi in pacchi di qualche decina di chili. I pezzi di carbone che compongono questi pacchi sono tutti di forma regolare, quasi dei parallelepipedi di 5x5x20 cm circa.
Ogni tanto bisogna controllare che tutto sia a posto, bisogna svuotare il cassetto della cenere, e così via, come ai vecchi tempi.
Altro che termostato.
Ah, ho anche un piccolo termosifone elettrico.
Stanza da letto.
Enorme
Pavimento in legno scricchiolante (non è un colore)
Letto tipo futon Ikea, armadio, potrona, stufa a gas tipo quella in bagno ma non funzionante, suppongo, visto che non me ne è stato illustrato il funzionamento.
Mini sistema Hi-Fi compatto.
Carrello Tv con DVD player.
Il riscaldamento consiste in una coperta elettrica che accendo qualche minuto prima di coricarmi.
Fine delle stanze.
L'acqua calda per doccia, lavandino e lavello è istantanea, con una caldaia a gas un po'...solo un po'...rumorosa.
Ogni volta che lavo un bicchiere faccio un balzo indietro e poi mi tranquillizzo.
Ah, già. me desmentego sempre del leon.
Ma l'inverno volge al termine, seeeeeeee....
E quindi ora che ho anche sistemato la connessione ad internet che condivido con il vicino di casa, ora che ho comprato un paio di lampade al mercato delle pulci per illuminare meglio gli angoli più tetri, ora che ho acceso delle candele per scaldare l'atmosfera in attesa che si riscaldi anche la temperatura,. sono a casa.
Inserisco un nuovo blocco di carbone, metto sul fuoco un bollitore rosso vivo e mi preparo una tisana notturna, da sorseggiare ascoltando vampate di fiamme, passi di qualche appartamento più su.
Apro la finestra, è fredda la notte.
Si sente l'odore del carbone. Si sente per le strade, si sente l'odore del tempo in una città che ne ha fatto un gioco strano e unico.
Tuesday, February 15, 2011
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1 comment:
Bello Dario,
proprio bello questo racconto,
mi è piaciuto, mi ha proprio dato l'idea di un mio amico in casa sua, mi ha trasmesso un'idea di indipendenza che, ad esempio, non ho mai immaginato su di me, nonostante i miei viaggi da solo, non mi sono mai immaginato così, come te adesso, in una mia casa... chissà perchè... tuttavia mi ha dato una bella sensazione... e mi ha fatto venire quasi voglia di venirti a trovare... ma chissà... un abbraccio, caro, a presto.
Nico
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