VIAGGI, PENSIERI, EMOZIONI
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Wednesday, July 23, 2008

Una domenica invernale nella campagna sudafricana di Federica Chimenti

Oggi vi scrivo da casa. Vi scrivo dalla bella casa in campagna dove abitiamo felicemente tutti insieme. E’ domenica e tutti sono stravaccati nella ricerca del relax e del confort piu’ totale. C’e chi guarda film, chi legge, chi scrive (come me) chi si dedica alla sacrosanta “arte del massaggio” per poi riceverne un altro indietro.
Fa freddo e sono tre giorni che piove. Ieri sera ha piovuto forte forte.
Il “lavoro di cantiere” procede lentamente anche se tutti s’impegnano molto e tutti i giorni. In realta’ il fatto e’ che siamo pochi in confronto alla montagna di lavoro a forma di barca che ci troviamo di fronte. Ma non ci perdiamo d’animo. All’orizzonte abbiamo qualcosa chiamato “Brasile, Sudamerica, Caraibi, Europa” con probabile sosta in Namibia a bordo di una junka cinese ricostruita con le nostre forze e la nostra passione, potente come niente altro al mondo.
Personalmente, non sto facendo molta vita sociale al momento anzi, sono molto concentrata nel ferro-cemento, interessante materiale inventato da un italiano. E’ incredibile pensare a quanto lavoro c’e’ dietro ad un solo mq e noi, al momento abbiamo qualcosa come 60mq di “scoperto”….vi mando una foto dell’inizio dei lavori a poppa….il risultato e’ uno squalo con un occhio solo, a bandit shark!
Intanto, da circa un mese il temerario equipaggio heraclitiano ha conquistato un altro italiano, Dario, poderoso e coraggioso trentenne alla ricerca del proprio futuro; altra conquista seppur temporanea e’ chiamata Lauren, ex-heraclitiana e venuta appositamente dalla California utilizzando le sue 4 settimane di ferie per aiutarci e Eddie, Solomon Island, nero come la pece, e’ tornato a far parte di noi.
La societa’ che adesso mi circonda e’ fatta da noi, belli come il sole, e da vari personaggi che lavorano all’interno del dry dock. Il dry dock, e’ come se fosse una piccola citta’ dove arrivano barche per essere riparate, distrutte, lucidate. Essendo all’interno della marina militare, i “visitatori” sono per lo piu’ uomini in divisa: brasiliana, inglese, uruguaiana, indiana, …poi ci sono i lavoratori, all’incirca sudafricani, che letteralmente, ci adorano. Loro non hanno mai visto un gruppo di persone provenienti da tutto il mondo che lavorano cosi’ tanto (e bene!) per la voglia di navigare in giro per il mondo, per tenere in vita un vascello di 33 anni, dalle sembianze di un relitto, dove non salirebbero mai e poi mai! Non tutti capiscono il motivo che ci spinge a lavorare cosi’ duramente, ma ci rispettano e ci aiutano. Ci sono delle perone che vengono ogni giorno a trovarci, lavorano con noi, e curiosi, ci fanno un sacco di domande.
Essere donna poi, e’ davvero una rarita’. Ci sono pochissime donne che lavorano all’interno del dry dock e nessuna che lavora comunque nei cantieri. Le uniche siamo noi: io, Christine e Michelle. Noi facciamo di tutto, dal martello pneumatico alla sabbiatura, dal ferro al cemento. Questi uomini ci guardano con ammirazione e ci chiedono se vogliamo avere figli, marito e famiglia. Rimangono stupiti dalle nostre risposte sorridenti e continuano ad aiutarci, a procuraci pezzi importanti per la barca, persone professionali per qualche ora al giorno, etc etc…
Ci sono poi altre persone che fanno ormai parte della nostra societa’ e sono alcuni degli abitanti di Scarborough il paesello piu’ vicino al posto dove viviamo. Ex-villaggio hippy e’ ancora abitato da personaggi veramente interessanti, particolari e di cuore. Ho come l’impressione che queste persone abbiano la piena consapevolezza di aver scelto un angolo di mondo per vivere il resto della propria vita. Ma vi parlero’ di loro un’altra volta.
Oggi vi voglio parlare di Christopher, l’uomo della caverna.
Qualche settimana fa sono andata a trovarlo perche’ avevo sentito parlare di lui e…mi ero incuriosita. Cosi’ dopo aver camminato per circa 40 minuti in un paesaggio tanto simile al terrestre quanto a quello lunare, ho iniziato a vedere la “mushrooms house”: una casa in cima ad una montagna costruita tra le rocce con un tetto di ferro-cemento. Si’, di ferro-cemento, non e’ uno scherzo. Christopher, ex-hippy, ha 70 anni e sono ormai 8anni e mezzo che vive lassu’ da solo. Non e’ un eremita, quando ha voglia/bisogno, scende “in citta’”. Ha semplicemente scelto di vivere cosi’. Il tetto di ferro-cemento e’ fantastico, lo ha modellato con dei tappeti in modo che il cemento prendesse una forma ondulare e, effettivamente, con le pareti fatte di rocce, e’ come essere in una caverna. Mangia radici e “cose crude”, non beve bevande calde ed e’ una bella persona, dolce e aperto. Sono rimasta con lui per un paio di ore ed abbiamo parlato di tutto, dalla barca (ovviamente) alla montagna, di quanto e’ invivibile l’Italia e di quanto e ‘ pericoloso il Sudafrica, di cosa vuol dire scegliere e di cosa vuol dire aspettare. Mi ha raccontato dei suoi tramonti ed io gli ho raccontato dei miei. In realta’ non vive da solo, lui vive con 13 piccioni. Non sono piccioni come quelli di Piazza San Marco a Venezia e non sono i piccioni che ha il mio babbo all’orto. Sono race pigeons. Sembrano gli stessi e invece no. questi sono particolari possono volare anche per 1000miglia in un giorno solo. E’ come uno sport, un hobby, vengono etichettati nella zampina e poi….bah! non sono sicura di aver capito bene di cosa effettivamente si tratta. Sinceramente, all’inizio speravo fossero i famosi “piccioni viaggiatori” cosi’ mi ero fatta la romantica fantasia che quest’uomo spedisse messaggi in giro per il mondo attraverso i piccioni, gli uccelli piu’ odiati e disprezzati da tutti. Invece no. Ma la prossima volta che vado a trovarlo mi assicurero’ di aver capito bene di cosa si tratta e vi faro’ sapere. Se, nel frattempo, qualcuno di voi ha gia’ qualche esperienza in proposito, ben venga.
Ok! Detto questo, vi saluto e vi abbraccio sperando di avervi intrattenuto degnamente di fronte all’aspettativa di una maremmana all’avventura negli oceani e nelle campagne sudafricane.

Saturday, July 19, 2008

Sunday speech (english)

La mia settimana tipo e' cosi' articolata
LUNEDI
ore 6. Sveglia
ore6.30.Colazione
ore 7. Partenza
ore 8. Inizio lavoro
ore 10. Break time
ore 10.15. Lavoro
ore 12.30 Pranzo
Ore 13. Lavoro
ore 15. Break time
Ore 17.30. Clean up time
Serata libera

MARTEDI
ore 5.45 Sveglia
ore 6. LAB. (meditazione in silenzio)
ore 7. Colazione
Ore 7.30. Partenza
ore 8. Inizio lavoro
ore 10. Break time
ore 10.15. Lavoro
ore 12.30 Pranzo
Ore 13. Lavoro
ore 15. Break time
Ore 17.30.Clean up time
ore 19.30 FORMAL DINNER

MERCOLEDI
(vedi lunedi)

GIOVEDI
ore 6. Sveglia ore
6.30.Colazione
ore 7. Partenza
ore 8. Inizio lavoro
ore 10. Break time
ore 10.15. Lavoro ore
12.30 Pranzo Ore 13. Lavoro
ore 15. Break time
Ore 17.30. Clean up time
Ore19.30 FORMAL DINNER

VENERDI
(Vedi lunedi, con LAB)

SABATO
ore 8 sveglia
ore 8.30 colazio
ore 9. ACTING CLASS
ore 10. Pulizie di casa
ore 11. Partenza
ore11.30 Lavoro
ecc...

DOMENICA
Day off
ORE 19.30. FORMAL DINNER

La vita di comunita' non lascia molto spazio ai momenti personali.
Spesso faccio fatica a trovare dei momenti solo per me.
In silenzio.
Ma ci sono alcuni aspetti di questa vita condivisa che la rendono interessante.
Cosa e' il LAB, cosa sono le formal dinner....lo spieghero'. Chi e' il pruducer....
In particolare alla dfomenica ognuno si alza in piedi e racconta quello che gli pare.
E' un momento in cui tutti ascoltano tutti.
Domenica scorsa ho letto questo pezzo.



At the end of this day I layed in the last minutes of sun.
Trying to breath in the green of the grass.
It couldn't be greener.
Lighted by the same sun I left on the ocean few kilometres before.
i have still in my nose the smoke of the noisy car that drove me here.
The 3 black guys sitting on the the seats covered by black and white cow leather didn't say a word.
They kept drinking beer hoping the car would start again.
Noisily.
The last noise of my day.
A day of sounds.
The sound of the steps on the black asphalt.
The sound of the water.
The water declare itself before you see it.
Little creeks coming from nowhere and crossing my way.
I carefully jump on a couple of stones leaving the water behind me.
Or better.
Leaving the creeks behind me.
The water was gone exactly in the moment I saw it.
Warm midday sun on my black coat.
I should unwear it.
i stopped.
I took my coat and my jumper off.
I was sweating.
More lonely steps along the lonely road.
Is this my way?
Sounds of nothing.
The stones. The rocks.
They don't talk.
What would they say?
"I feel heavy today"
Bilions of years without a single sound.
Or maybe just the one of the only fall.
Sound of the sharp steps of a horse coming.
Softly the dog runs ahead looking at the horizon of its low world.
One more creek.
One more.
Water sliding on the bottom of the dry rocky landscape.
It will be green and yellow soon.
I go a bit more.
I wish to hear the sound of his voice.
It's sweet and calm.
It comes out from the desert of his mouth.
A couple of teeth.
Enough to be still able to whistle.
This is my instrument.
I can play it everywhere I go.
DO you want to know a secret?
Yes, but it's a secret.
Women are 8 times more sensual than men.
So they are 8 times ahead.
When you think you have a woman undercontrol...she is 8 times forward.
Find the way to be yourself.
See in the others what they are and not what you think of them.
They'llsee in youi what you expect them to be.
And be patient.
In the silence of his cold cave he smiled.
All his life on his face.
The moonish view between his eyes and the ocean.
My next sound.
Steps on my black shadow.
Hiding the path I had to follow.
But it shoulod be up there.
That is what they told me.
After the second creek turn right.
I jumped, I climbed.
I heard one more sound.
Burned flowers anmd burned trees breaking under my feet.
It must be behinf those huge stones.
Just up there.
I run, I go.
I wonna see it.
One more.
One more.
Here we go.
Blue silent ocean on a frame of bright and dry dust.
I wonder how it looks in the moon light.
Do you want to come with me?
It must be AMWASOME.
I want to hear that blue.
I run slowly
scared and happy.
Sweating and burning.
I ended my fast race downhill in the garden of a couple of freinds smoking a joint ocean view.
I walked along all the backyards of cosy houses.
Dogs in line waiting to bart at my passage.
Dogs of different sizes and races.
But dogs.
Few more metres.
It's there.
I hear the waves.
They come to shore showing the last metres of curling beauty of the ocean.
Exploding the sound they kept for thousands od silent movements,
Ciao Dario.
Who knows me?
Is it the ocean so polite?
Ciao Dario he said.
As soon as I stepped on his doorway
I sat
I tryed to listen the peaceful sound of the music inside.
It must be rock.
Rock your soul man.
It's all good.
And grass can always be greener.
Breath it all.
And listen.

Friday, July 4, 2008

Commander

Alvaro e' il comandante della flotta navale della marina uruguaina.
Per una settimana ha mollato i suoi marinai ed e' venuto a lavorare in barca.
Su e giu' per ponteggi, con le scarpe da tango.
Le due navi dirette in sudafrica che battevano bandiera uruguaiana si sono scontrate durante un'esercitazione ed ora sono in attesa di essere riparate nel drydock di Simonstown.
Ieri abbiamo presentato il progetto Heraclitus ad un centinaio di marinai in divisa.
Tutti blu.
Nel pomeriggio Capitan Alvaro ci ha fatto una lezione di posizionamento in mare, osservando stelle e sole. Attorno ad un tavolo all'interno di una delle sue navi.
Poi e' venuto a cena da noi, senza dire niente a nessuno.
Lui e' il commander, mica deve chiedere il permesso.
E' salito in macchina ed e' venuto su in collina.
Era gia' venuto, con i suoi colleghi commander, per il BRAAI di sabato scorso.
Super mega barbecue attorno ad un fuoco gigante.
Comunque....Alvaro...io ci provo a mettermi dalla tua parte.
Catapultato attorno ad un tavolo illuminato al cherosene, a ridere con noi mentre i nostri Capitani inscenano se stessi.
Immerso fino in fondo nella possibilita' di vivere una situazione cosi' diversa dalla tua marina metallica.
Dentro il cemento fino al collo.

Comunicazione di servizio

Non sono ancora riuscito ad organizzare un trasferimento delle foto.
Pero' ho un numero di telefono africano
+27761515668.