VIAGGI, PENSIERI, EMOZIONI
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Saturday, March 27, 2010

Sul pollo e altre questioni....

Pensavo che la Jamaica fosse piu' economica, l'ho detto no?
Invece quasi non si trova un posto per dormire a meno di 20 dollari per persona (ero abituato ai 2 euro degli ostelli del cammino di santiago, ai 10 dollari del Malawi).
per assurdo e' piu' economico mangiare qualcosa comprato per strada piuttosto che comprare gli ingredienti e cucinarsi i pasti.
Quantomeno se gli ingredienti sono quelli che io so usare e quindi spesso di importazione. Una vera mozzarella BELGIOIOSO (che non mangiavo da mesi) l'ho pagata 5 euro.
Un JERK CHICKEN o un ACKEE costano 300 dollari jamaicani ovvero poco piu' di due euro.
Quesi sono i due piatti nazionali piu' comuni che per quanto appetitosi non possono soddisfare il mio desiderio di varieta'. Difficle trovare qualcosa che non abbia qualche pezzo di pollo. Talvolta riesco a procurarmi uno spezzatino di maiale o una capra al curry. Ma una sacrosanta insalata...scordatela. Un panino al formaggio e prosiutto? Niente da fare.
Si recuperano pizze ai PEPERONI, dove i peperoni sono delle fettine di salame e non quei vegetali dai colori Rastafarian.
Anche in Porto Rico, in Brasile... i peperoni non sono un vegetale.
Ieri sono sato nella famosissima Laguna Blu. E chi non l'ha visto lo splendido film.
Esserne protagonisti per un giorno e stato favoloso, ma la citta' di Port Antonio e a pocco chilometri e quindi la laguna blu non e' in qualche isola sperduta, e' fuori citta', fuori paese.
Che paese.
Di notte e di giorno, e' sempre in vivacissimo fermento.
E' feroce.
Bollente.
E' ad alto volume.
Si sente sempre della musica, in qualunque angolo di strada, di giorno e di notte si ode qualche percussione, qualche basso reggae o dance hall. Anche adesso, sono circondato da musica.
Cantano tutti.
Sento i bassi che mi fanno vibrare la sedia.
E' come essere sempre in una discoteca. Sempre in festa. E' un'atmosfera che non ha uguali.
Non mancano schiamazzi, risate, urla e indecifrabili suoni che derivano dall'inglese ma sono diventati qualcosa di gutturale, di compeltamente diverso.
ogni volta che scendo la collina dove c'e' la guesthouse in cui alloggio, mi preparo come per un combattimento per tutti i no grazie che dovro' dire, per tutti i taxi che dovro' rifiutare per tutte le mani che dovro' stringere e per tutte le italie da cui dovro' provenire.
Non e' gentilezza. E' business.
Sono tutti taxi driver e tour operator, sono tutti uffici infomrazioni piu' o meno ambulanti.
Sono tutti nulla e tutto facenti.
E quando riesco a sgattaiolare dentro un bus tra ciccione e saggi della montagna, riesco a godermi l'aria quasi fresca che entra dal finistrino, la natura densa, le strade tortuose verso la casa di Bob Marley (in cui non sono entrato per protesta contro il razzismo bianco).
Jamaica.
E' in una spiaggia nascosta, ombreggiata.
Occore impararla prima di poterla vivere.
Farsi graffiare dall'attrito della mia cultura contro la loro.
Che anche se caraibica si distingue da quella delle altre isole che ho visitato.
La sto viaggiando lungo la costa Nord.
La sto scoprendo.
Il viaggio e' fatto anche di comparazioni, meditazioni, scelte.
Informazioni.
Recuperate qua e la'.
e piano piano, mi preparo al nuovo mondo, ancora non troppo lontano eppure, si sa, ben altro.
CUBA.
E' curiuoso che abbia dovuto procurarmi qualche euro per non farmi spennare in cambi di monete e in prelievi supertassati.
Viaggio, monete, ruote, chilometri, ma soprattutto persone.
Io non mi sono fatto raccontare la Jamaica da nessuno.
La sto leggendo tra le righe. Anche nelle carte sporche e nei polli cotti dentro barili tagliati a meta'.
E' scritta dapperttutto. La continuo a leggere ancora un po'.
La terro' con me fino a quando, un giorno, riusciro' a raccontarla.

Tuesday, March 23, 2010

Jaman!

Jam.
Traffic Jam.
Jammin'
Ja man or Ya man?
Jamaica.
Terra del legno e dell'acqua.
Ja man.
Certo. Certamente. Si amico.
Si amico? O Jamaican...
Lo puoi vedere un po' come vuoi. Leggere e scrivere come ti pare. Interpretarlo come ti piace quel IAMAN, pronunciato aprendo la bocca il piu' possibile.
Una canna nascosta nel palmo dlla mano. Come s non si sapesse.
Taxi? Urlano
No thanks.
do you smoke? Sussurrano.
Se nom vuoi una maglietta magari vuoi fumare.
Se non vuoi un giro in taxi forse vuoi un po' di erba.
La senti nell'aria questa vampata di fumo.
E li vedi, questi Jamaicani. Sono un po' persi in un mondo che sembra individuale ma e' piu'unito.
Seduto su una pietra, vicino ad una cascata che muore nel mare, o immerso in quel mare. In quello ch vedo alla mia finestra, quello, lo stesso che ho navigato.
Penso.
Quasi allucinato vedo una barca sulla linea dell'orizzonte.
Saranno loro? dovrebbero partire oggi per la Repubblica Dominicana.
Penso.
Ma ancora non so cosa sentire
Non conosco questa snsazione di nostalgica lontananza da una casa che non e' tale e non e' nemmeno mia.
Una casa senza radici.
Una casa dove ho vissuto, pianto, riso, cucinato.
Come puo' essere?
Cosa e' questo senso di 'home'?
E questo nuovo mare in cui mi bagno al mattino, questo mare del quale tocco il fondo, che mi lascio scivolare dalle spalle come un manto enorme.
E' un altro mare.
Non lo stesso su cui ho navigato
E' un mare di vacanza, di isola, di Caraibi.
Non e' elemento.
E' mare
Non e' tanto Oceano.
E' mare.
E lo vedo, tra gli alberi, sotto una barca multicolre e un bar palaffitta.
Lo vedo leggero e bianco.
E blu.
Calmo
Il vento non lo riconosco
non lo ho ancora imparato a gaurdare
Ho preso una pausa da tutto
e sono ritornato ad essere un uomo in viaggio
un viaggio diverso.
Ancora il mio colore e' troppo bianco.
Avro' mai un amico qui?
Qui dove tutti siamo uguali dove l'amore e' uno
Dove dio e' uno.
One love.
Davvero?
Forse solo perche' lo voglio vedere dove nessuno mi ha mostrato che c'e'.
Si, mi piace questa Jamaica.
Ma non e' come me l'aspettavo.
Per niente economica, molto anglosassone.
Africana e Caraibica.
Strasbora di musica ma non solo reggae.
Strasborda di musica.
Una nota leggera. A tutto volume
Sul mare.

Friday, March 19, 2010

Adios Heraclitus

.....
A step
No round trip on small boat drove by Eddie.
No waving.
Nobady a part from a friend, Omar.
A step in the dark
From sea to land
Where next?
Per ora, Jamaica

Friday, March 12, 2010

Reality boat

Ti guardano.
Si piantano sul parapetto e ti guardano.
Tu fai le cose che hai sempre fatto.
Cucini. Lavi, scrivi al computer, parli, mangi
E loro ti guardano
Sono migliaia le persone che tutti i giorni passano davanti a noi.
Scendono da 'POESIA' o 'COSTA ATLANTICA', i grattacieli che ogni giorno ormeggiano a pochi metri da Heraclitus.
Ma loro non guardano
Loro non vedono.
Loro sono troppo presi dentro il loro schema.
Hanno qualche ora di tempo per una passeggiata nella vecchia San Juan e quindi non hanno tempo per gaurdare qualcosa che non e' nella guida, non e' nel programma.
Loro cammiano grassi dentro bermuda e cappellino. E lasciano che sia la loro fotocamera e guardare per loro.
Magari, un giorno, riavvolgendo, si accorgeranno di quello che non hanno visto
Ti guardano.
Quelli che gaurdano sono per lo piu'portoricani.
Si fermano a leggere le notizie sulla bacheca in banchina, leggono qualche riga dell'articolo di giornale e se capiti sul ponte ti chiedono.
Quando partite,da dove arrivate, di che materiale e' la barca, in che anno e' stata costruita....?
Sempre le stesse domande, che dopo un mese sono una tortura piu' che un orgoglio, ma a qualcuno rispondo ancora con soddisfazione, con partecipazione, con interesse e con passione.
E' possibile vedere la barca all'interno?
Si, dal lunedi al venerdi, alle 3 del pomeriggio.
Avevo in mano il grosso coltello cinese. Stavo tagliando carote e patate.
Ero a petto nudo, davanti al forno bollente.
Era ancora giorno.
Ero una figura strana, circondata dal cerchio del boccaporto. Ero dentro una barca di cemento, rossa e nera,
Al Sabato tagliamo le teste. Ho detto.
Le ragazzine che mi gaurdavano hanno preso paura, solo quando ho sorriso hanno capito che stavo scherzando.
Pero', che storia.
Con quelle foglie di palma intorno al parapetto e le luci natalizie, e le candele.
C'e' qualcosa di strano, di diverso, di curioso.
E' indubbio.
Ma c'e' anche il morboso desiderio di spiare dentro la vita altrui, di vedere cosa fanno gli altri.
E come altro si spiegano gli ascolti del Grande Fratello, se non con il condiviso e comune desiderio di sparare gli occhi dentro le vite degli altri? Osservare, forse spiare, sapere.
Sentirsi comuni. Avere qualcosa da raccontare.
Ora, e' pur vero che questo reality show e' molto piu' che in diretta.
E' dal vivo.
E' non c'e' niente di meglio che uno spettacolo dal vivo.
Le finestre sono circolari e non rettangolari come uno schermo.
Tutto avviene in una barca e non in una casa.
Questo giustifica chi osserva, ma non si sente molto diverso chi e' osservato che altro non vede che la propria vita costantemente spiata, e spezzata dentro gli occhi di chi mi ha visto cucinare e poco dopo ha provato a guardarmi tra le fessure della tenda mentre cercavo di farmi una doccia,