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Era il 60 anniversario dell’Indipendenza la prima volt ache ho camminato lungo il viale che ne porta il nome. Port fo Spain era deserta. Striscioni e ghirlande bianche rosse e ner adobbavano le facciate dei palazzi e le vetrine dei negozi. Ero arrivato da un paio di giorni a Trinidad e Tobago.dopo 3 settimane di navigazione in mare aperto e una passeggiata in una citta’ che sembrava senza anima ha reso piu’ morbido l’impatto con il cemento, i fast food e il rumore di motori e clacson.
All’angolo tra Queen e Frederick Street, ai piedi della spettrale cattedrale della Santa Trinita’, c’e’ il chiosco di Keeda, un mio amico.
Ha 50 anni, pantaloni super atillati, scarpe lucidissime, coppola e canottiera bianca.
Ha un sorriso non proprio smagliante ma sicuramente interessante, convincente e simpatico.
Quantomeno non ha incisivi d'oro come molti dei ragazzi qui intorno.
Ha sei figli.
Ha vissuto pe molti anni nel Bronx, negli Stati Uniti. Cospargeva gli edifici con una resina ignifuga.
Un giorno si e' stancato di sparare plastica liquida contro pareti di cemento ed e' tornato a casa.
Ora ha un chiosco in centro citta', in una delle vie piu' trafficate di Port of Spain e vende magliette, canottiere, scarpe Prada e pantaloni Polo Ralph Lauren. Tutto rigorosmaente falso ma ad un prezzo quasi vero.
Riesce a mandare avanti la famiglia.
- Quanto sono in affari sono molto serio.
Dice.
E' vero.
Sta eduto all'angolo opposto alla sua baracca e guarda la sfilza di manichini e mezzibusti che ha disposto con cura davanti all'ingresso. Una televisione ad altissimo volume trasmette un film.
Keeda mi ha regalato un DVD della gara internazionale di Steelpan. Tipico strumento Caraibico.
Veedre un centinaio di persone suonare questa pentola luccicante che emette un suono metallico e dolce e' emozionante anche in video. Non oso immaginare dal vivo.
Keeda e' orgoglioso di mostrarmi il folklore della sua nazione. Il Carnevale di Trinidad e' paragonabile a quello Brasiliano.
Di domenica, in quell'angolo di strada non succede niente. Passa qualche matto posseduto da Haile Salassie I, qualche vecchio imbottito di Rum delle Barbados e un tipo a dir poco nero che vende i sassi del sesso.
Durante la settimana e' un'esplosione di India mista a Cina e Africa. Henry Strett diventa un crogiolo di 4 continenti. Incensi e pollo fritto si mescolano alle banane e alla marijuana. Tutto in qualche centinaio di metri.
Un tipo dorme steso per terra. Forse e' stanco ma suppongo sia ubriaco marcio.
Io cammino, compro un paio di mutante verdi a righe blu, una camicia sgargiante.
Compro un paio di pantaloncini a quadri. Non mi piacciono molto, ma mi servono.
Talvolta mi sale una gran voglia di comprare.
Ma non mi sono mai rpeso un gelato o un caffe'. Non li trovo.
Compro una birra. Anzi due, ne porto una a Keeda. Beviamo insieme, mentre gli racconto chi sono e a quale mondo appartengo. Gli racconto il mio angolo di strada. La finestra su Via Ampere.
Il matto della citta' e tutte le vite che si sfregano le spalle al mercato del giovedi.
Le vedi tutte le vite vissute all'angolo di una strada vendere CD o DVD?
Io si. Mi piacciono, alcune.
Mi piace come Keeda dispone i manichini, li veste e li sveste. Impugna le caviglie e il sedere perfetto di una donna di celluloide. La rivolta, la veste e la sveste. Gli piace mostraer alla strada quello che vende.
Non passa nessuno.
Poco male per una domenica d'inverno bollente.
Il suo spirito africno continua a splendere nel retro bottega.
Chi lo sa lo vede. Lei aveva visto