No, niente scosse da queste parti.
Ho appreso la notizia tramite internet. E forse sono meno informato di tutti voi, visto che non sono riuscito a leggere molti articoli e aggiornamenti sulla situazione.
200mila morti, citava l'ultimo titoloche ho addocchiato.
Ho parlato un po' con una ragazza di Santo Domingo che mi ha raccontato della estrema poverta' del paese. Ma che sia vero quello che sostiene lo stregone della foresta?
Lui crede che anche le catastrofi naturali quali tsunami e terremoti siano provocati dall'uomo volontariamente. Avvengono sempre in zone povere dove le compagnie di costruzione avrebbero interesse a costruire edifici ex novo.
Mah. Io sono molto perplesso, ma lui e' davvero convinto che abbiano fatto esplodere una bomba sotto acqua per provocare lo tsunami in Indonesia.
A poche miglia da quello che probabilmente sara' uno scenario infernale, c'e' una piccola isola.
Dominica.
Non ha niente a che vedere con la Repubblica Dominicana, se non il nome alquanto simile.
Johnny Deep era da queste parti qualche anno fa, per le riprese del 'Pirata dei Caraibi'.
Sebra cinico raccontare delle meraviglie naturali, dei pomeriggi nella foresta, delle messe gospel, e di tutte le avventure che sono riuscito a vivere in soli 5 giorni.
Anche queste le annoto tra le storie non raccontate, quelle che tengo in serbo per la prossima volta.
Non riesco nemmeno stare dietro a me stesso, figurarsi ad un blog.
Ci tenevo tuttavia ad aggiornare le parole in cammino se non con le emozioni quantomeno con le coordinate di questo incredibile viaggio nei Caraibi.
Tra poche ore salpiamo per le BVI, British Virgin Islands. Due giorni di sosta sulle barriere coralline per arrangiare visti e permessi prima di fare ingresso in Puerto Rico, territorio Statunitense.
Non mi lamenta, per carita'.
Tuesday, January 19, 2010
Tuesday, January 12, 2010
Pablo
What are you looking for?
Cosa cerchi?
Niente, rispondo, tirando dritto per la mia strada.
Mi viene naturale, lo faccio con disinvolta noncuranza, senza timore alcuno.
Non e' vero che non cerco niente, ma forse mia nonna e' riuscita ad immttermi nel sangue una sorta di genetico 'non accettare niente dagli sconosciuti' che finora mi ha evitato incontri sconvenienti.
Ma Pablo non molla.
Pablo mi ha seguito per tutta la citta'.
Con due gambe storte e un bastone di legno. Non molla, lo zoppo.
Aveva un grosso cappello di lana che conteneva tutti i suoi capelli rasta.
E' una sorta di moda rastafarian, una comodita' e un segno distintivo.
I capelli raccolti sotto il berretto arrivano a formare una colonna morbida e lanosa che puo' superare i 30 cm in verticale sopra la testa.
Pablo aveva un copricapo discreto. Il bastone intarsiato.
Lo teneva con la mano sinistra mentre con la destra gesticolava per animare il racconto dei suoi 'affari'. Ovvero, Droga.
Pablo puo' procuare tutto, chili di marijuana e cocaina. Queste le sue specialita'.
Organizza il trasporto dalle altre isole dei Caraibi, servendosi di esperti corrieri che conoscono le acque del mar dei Caraibi come se sulla superficie vi fosse disegnato un sentiero. Sanno mappare le zone di fittissima nebbia, che attraversano sicuri e protetti dagli occhi della guardia costiera, che tuttavia, sembra non interferire molto con gli affari.
Le unghie lunghe, affusolate, bianche sulla punta di dita nere.
Unghie che palpeggiano l'aria calda ma non torrida di questo paese alle pendici del vulcano.
Si chiama Sulfureo, come l'aria che si respira.
In alcune zone si ha la sensazione di essere dentro l'albume di un uovo sodo, schicciati da aria bianca e densa.
Un dragone nascosto dietro gli alberi sbuffa ogni tanto e spinge sopra le acque grigionere del torrente zeffate di calore maleodorante.
Anche mio padre e' negli affari, dice Pablo. AL momento si trova in Florida.
Gli stessi affari? Oso.
Ovvio. Che altro.
Gia'. Che domande faccio, penso tra me.
La cocaina di queste parti e' pura al 98%. Pablo mi ha anche spiegato qualche dettaglio percdentuale, si e' dilungato in qualche cifra con molti zeri. Zeri che aumentano man mano che la merce si sposta verso Ovest, verso Londra, l'Europa.
Arriva tutto da qui.
Colombia, si sa, ma qualcosa cresce anche in mezzo alle montagne di isole qui intorno.
Non capisco come Pablo non si faccia alcuno scrupolo a raccontare tutto, cosi', apertamente, ad un italiano appoggiato alla sua spalla.
Che coppia.
Non so se ero io a portare in giro lui o lui a portare me.
Sono finito in una baracca sulla spiaggia, azzurra, piena di cani, un tavolo da biliardo e birra ad un dollaro e cinquanta.
Dio mio.
Lo stesso?
Dimmelo tu, Pablo.
Che non ti chiami nemmeno Pablo.
Il suo vero nome e' David. L'hanno soprannominato Pablo per via di un personaggio di Scarface, che era finito con il naso nella neve.
Che mondo.
e non e' mica l'unico.
Il guardiano delle piscine di acqua calda non ti racconta mica da dove viene l'acqua calda.
No.
Ero uno dei piu' bravi corrieri della zona. Andavo dappertutto, di giorno e di notte, carico di erba.
Poi mi hanno messo troppi occhi addosso e ho dovuto smettere.
Si vanta capito.
Se questi sono gli affari e' sempre meglio essere i migiori.
A sentir Pablo e' meglio aver sempre una pistola.
Pablo non la porta con se.
Se gli fai un torto impugna il bastone, va a casa, prende la pistola, torna e ti spara nelle ginocchia.
Non ti ammazza, ti spappola le ginocchia.
e le tue? chi te le ha spappolate? Mi azzardo a chiedere.
Un ictus. il freddo di londra mi ha frantumato le ossa.
Ho preferito credergli
Cosa cerchi?
Niente, rispondo, tirando dritto per la mia strada.
Mi viene naturale, lo faccio con disinvolta noncuranza, senza timore alcuno.
Non e' vero che non cerco niente, ma forse mia nonna e' riuscita ad immttermi nel sangue una sorta di genetico 'non accettare niente dagli sconosciuti' che finora mi ha evitato incontri sconvenienti.
Ma Pablo non molla.
Pablo mi ha seguito per tutta la citta'.
Con due gambe storte e un bastone di legno. Non molla, lo zoppo.
Aveva un grosso cappello di lana che conteneva tutti i suoi capelli rasta.
E' una sorta di moda rastafarian, una comodita' e un segno distintivo.
I capelli raccolti sotto il berretto arrivano a formare una colonna morbida e lanosa che puo' superare i 30 cm in verticale sopra la testa.
Pablo aveva un copricapo discreto. Il bastone intarsiato.
Lo teneva con la mano sinistra mentre con la destra gesticolava per animare il racconto dei suoi 'affari'. Ovvero, Droga.
Pablo puo' procuare tutto, chili di marijuana e cocaina. Queste le sue specialita'.
Organizza il trasporto dalle altre isole dei Caraibi, servendosi di esperti corrieri che conoscono le acque del mar dei Caraibi come se sulla superficie vi fosse disegnato un sentiero. Sanno mappare le zone di fittissima nebbia, che attraversano sicuri e protetti dagli occhi della guardia costiera, che tuttavia, sembra non interferire molto con gli affari.
Le unghie lunghe, affusolate, bianche sulla punta di dita nere.
Unghie che palpeggiano l'aria calda ma non torrida di questo paese alle pendici del vulcano.
Si chiama Sulfureo, come l'aria che si respira.
In alcune zone si ha la sensazione di essere dentro l'albume di un uovo sodo, schicciati da aria bianca e densa.
Un dragone nascosto dietro gli alberi sbuffa ogni tanto e spinge sopra le acque grigionere del torrente zeffate di calore maleodorante.
Anche mio padre e' negli affari, dice Pablo. AL momento si trova in Florida.
Gli stessi affari? Oso.
Ovvio. Che altro.
Gia'. Che domande faccio, penso tra me.
La cocaina di queste parti e' pura al 98%. Pablo mi ha anche spiegato qualche dettaglio percdentuale, si e' dilungato in qualche cifra con molti zeri. Zeri che aumentano man mano che la merce si sposta verso Ovest, verso Londra, l'Europa.
Arriva tutto da qui.
Colombia, si sa, ma qualcosa cresce anche in mezzo alle montagne di isole qui intorno.
Non capisco come Pablo non si faccia alcuno scrupolo a raccontare tutto, cosi', apertamente, ad un italiano appoggiato alla sua spalla.
Che coppia.
Non so se ero io a portare in giro lui o lui a portare me.
Sono finito in una baracca sulla spiaggia, azzurra, piena di cani, un tavolo da biliardo e birra ad un dollaro e cinquanta.
Dio mio.
Lo stesso?
Dimmelo tu, Pablo.
Che non ti chiami nemmeno Pablo.
Il suo vero nome e' David. L'hanno soprannominato Pablo per via di un personaggio di Scarface, che era finito con il naso nella neve.
Che mondo.
e non e' mica l'unico.
Il guardiano delle piscine di acqua calda non ti racconta mica da dove viene l'acqua calda.
No.
Ero uno dei piu' bravi corrieri della zona. Andavo dappertutto, di giorno e di notte, carico di erba.
Poi mi hanno messo troppi occhi addosso e ho dovuto smettere.
Si vanta capito.
Se questi sono gli affari e' sempre meglio essere i migiori.
A sentir Pablo e' meglio aver sempre una pistola.
Pablo non la porta con se.
Se gli fai un torto impugna il bastone, va a casa, prende la pistola, torna e ti spara nelle ginocchia.
Non ti ammazza, ti spappola le ginocchia.
e le tue? chi te le ha spappolate? Mi azzardo a chiedere.
Un ictus. il freddo di londra mi ha frantumato le ossa.
Ho preferito credergli
Saturday, January 9, 2010
Bequia, Mustique, St lucia...travellling the Carribean
SIamo attualmente acnorati qui sotto
Questa roccia mi e' apparsa all'orizzonte al mattino, appena seglio
Il capitano mi ha ordinato di andare al timone e abbiamo manovrato la barca, abbassato le vele, fino ad ancorare proprio li' ostto.
Un panorama non male...fuori dall'oblo'.
Presto le foto del blu di Mustique.
Sono stato troppo occupato ad intrattenere Mick Jagger.
Buon anno a tutti
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