Viaggio. Pausa.
Terra, mare, pausa.Terra. Pausa.
Sono di nuovo in unsa sorta di pausa.
Heraclitus rimarra' ancorato a Chaguaramas, vicino a Port of Spain, per almeno 3 mesi.
A bordo siamo 5, presto potremmo essere 4.
Pochi buoni amici marinai, ma pochi.
Essere in pochi significa meno uscite, piu' lavoro, piu' tempo in cucina, piu' turni di guardia, meno riposo, piu' spazio, piu' silenzio.
Questa pausa e' in qualche modo forzata dalle condizioni metereologtiche stagionali e dalle condizioni della barca. Ovvero siamo in piena stagione uragani e il Golfo di Paria e' l'ultimo posto sicuro prima di procedere verso nord. Al mattino alla radio si ascoltano annunci del tipo
"Si raccomanda di tenere sempre in casa una riserva d'acqua e scatolette".
La baia dove siamo ancorati e piena di barche, pescherecci, navi che, come noi,aspettano.
Heraclitus, nel frattempo, ha bisogno di alcune opere di manutenzione, nonostante il recente drydock in Sud AFrica. Prima di affrontare il Nord Atlantico occorre revisionare il motore e i due generatori, ripristinare il ssitema di batterie che e' completamente fuori uso, pulire lo scafo, riparare il ponte, ecc...
Con l'occasione di questa pausa nel viaggio mi prendo un po' di tempo per ricomporre qualche pezzo, per me e per chi legge, con lo scopo di chiarire i dubbi ed eventualemte aprire un dibattito in merito sulle scelte di vita.
Sono convinto e contento di quello che sto facendo ma riconosco che sia uno stiule di vita un po' lontano dagli schemi e quindi criticabile.
Ma non sei stanco? Ma come ti mantieni? E cosa farai dopo? Cosa stai facendo? Quale e' lo scopo di questa scelta, della spedizione?
Quali altre domande? Se ne hai, questa e' l'occasione per farle a me e forse a te stesso.
Saro' lieto di rispondere o quantomeno di confrontarmi con i miei stessi dubbi.
Ho delle risposte, talvolta inconsistenti, ma credo nell'idea, nello stle e quindi le difficolta' presentiu e future diventano risolvibili. Situazioni piu' che problemi.
Provo a fare un quadro della situazione, senza pretese esaustive.
Ripeto, sarei felice di confrotarmi con il pensiero di chi legge. Per rimettermi ancora in disucssione e di conseguenza motivarmi ulteriormente o rivedere alcuni passaggi.
Ho lasciato l'Italia il 16 giugno 2008, quindi quasi 16 mesi fa. Un tempo piuttosto lungo per un viaggio, relativamente breve per una scelta di vita. Ci sono emigrati che sono partiti 40 anni fa e mai piu' tornati.
Ho nostalgia della famiglia, di casa, degli amici, dell'Italia, dell'Europa. del formaggio, della pizza, delle tagliatelle fatte in casa. della mia cultura, della mia lingua.... ma non posso permettermi di andare avanti e indietro in aereo, anche per il fatto che ora sono in qualche modo vincolato da certe responsabilita'.La barca non puo' mai essere lasciata con meno di 4 persone a bordo per cui occorre organizzare per tempo le libere uscite di medio e lungo periodo.
Cio' non significa che non me ne possa andare quando voglio, ma a questo punto subentra una questione di rispetto per i miei compagni e per la barca stessa. Credo nel progetto e nel sogno che rappresenta per cui non mi sentirei moralmente in grado di abbandonare tutto e tutti senza considerare le conseguenze.
In altre parole ora devo e voglio stare dove sono. Con tutto quello che comporta. Nontante la stanchezza quotidiana mi ritrovo alla sera a cucinare davanti ad una stufa bollente ma se guardo fuori dall'oblo' vedo il mare, vedo luci di barche, rflessi acquatici e e il peschereccio degli indonesiani che ci regalano tonni di 20 chili. E penso che non ho nulla di cui lamentearmi.Mi piace. Sono un romantico e talvolta mi basta rendermi conto di dove sono e perche' sono in un certo posto per dimenticarmi di tutto cio' che rende difficile il quotidiano.
No, non sono stanco.
Sono stanco alla sera.Sono stanco perch'e non dormo mai piu' di 5 ore di fila.E addormentsarsi sapendo che dovrai svegliarti nel cuore delle notte per una ronda sul ponte, non e' sempre rilassante. Tuttavia e' indispensabile.Uno dei prezzi da pagare per viaggiare per mare su un grosso veliero.
No, non sono stanco. Sarei stanco senon avessi i miei libri, la mia musica,la possibilit'a di guardare un film.Ma posso fare tutto. Per guardare un film devo collegare casse, amplificatore, DVD player, e forse dopo 20 minuti e' tutto pronto.Se comincia a piovere devo mettere in pausa, chiudere tutto e terminare la visione dentro una sauna.Questo stanca.
Ma non sono stanco di quello che sto facendo. Se lo fossi , forse, sarei stanco di vivere. Ho scelto di viaggiare, ho scelto di essere questo. Saro' stanco solo quando avro' finito.
Finito cosa?
Di possedere questa idea. Ma non ora.
Ho gia' poubblicato un post
http://paroleincammino.blogspot.com/2009/03/per-saperne-di-piu.html
dove spiegavo cosa e'Heraclitus e a quali altri progetti e legato. Saro' lieto di rispondere a qualsiasi interrogativo.
In breve ricordo che Heraclitus e' un progetto del PLANET WATER EXPEDITIONS, una serie di spedizioni realizzate in 35 anni dal varo ad oggi. A sua volta questo progetto e' legato agli altri realizzati e seguiti dall'Institute of Ecothecnics (vedi sito). Il medesimo istituto ha relaizzato il progetto Biosphere 2
http://en.wikipedia.org/wiki/Biosphere_2
Non e' questo il momento per dilungarmi nello spiegare cosa sono i progetti e come funzionano.Voglio solo inviatare ad una riflessione su quello che implicano anche solo per la lo portata storica e planetaria.
Essere parte diun progetto di larghe vedute, lungimirante e ideologicamente interessante mi ha portato a conoscere moltissime persone interessanti dal punto di vista umano e culturale. Negli ultimi mnesi ho letto piu' libri che negli ultimi 10 anni. Sto studiando altri modi di pensare attingendo innanzitutto dalla fornita biblioteca di bordo.
Heracllitus non e' una barca per crocere o vacanze. Si lavora tantissimo ed e' una scuola.Di vita sociale e di cultura. Alcuni momenti ed aspetti possono essere non condivisibili. Sono il primo a dirlo. Ma l'idea vince.
Se sono ancora a bordo e' perch'e sento che non ho finito di imparare e forse se Capitan Claus, Christine e Eddie sono a bordo da oltre 10 anni non e' solo perche' amano il mare.
Io non sono certo fatto per fare il marinaio, ma sento che oltre alle migliaia di porti di possibili esisotno migliaia di onde e migliaia di uomini.
So che alcune delle cose che dico o scrivo nel blog potrebbero suonare come luoghi comuni o frasi fatte.
Nella maggior parte dei casi non e' cosi'.
Sono altrove.
Se scrivo e' anche perche' voglio provare a comunicare questo mondo, non solo di cultura e viaggio, ma soprattutto di tipologia di pensiero.
Alcune delle cose che dico, faccio, scrivo, non possono essere completamente comprese. E' come se io cercassi di capire cosa si prova ad essere donna. Oppure, piu' semplicemente e' come se provassi ad immaginare cosa si prova a lanciarsi col paracadute.
Lo immagini. Lo puoi vedere alla televisione, ma non sai.
Non sai fino a quando non ti lanci.
In questo senso alcune scelte o idee stonano se estrapolate dal contesto.
Tipo.
Lavorare senza guadagnare soldi.
Per un italiano nato e cresciuto in Italia e' difficle accettarlo.
Italia e' occidente, capitalismo, stile, lusso. Denaro.
Italia e' Anche Taormina e per mangiare una pizza a Taormina ci vogliono soldi.
Ci vogliono soldi per curarsi, per mangiare, per andare a trovare un amico, per telefonare.
Ci voglono soldi per molte cose.
Tuttavia molti meno di quanti pensi.
Molti meno.
Siamo pieni di bisogni indotti, di cose che servono perche' ci fanno credere che servono.
Io ne ho eliminate molte.
Vivo con poco, ogni tanto mi fermo per lavorare (vedi Argentina) e mi mantengo con quello che ho.
Finche posso vado. Poi....
Poi potro' andare a lavorare in uno degli altri progetti dell'Istituto
Potro' andare a fare l'architetto in Guatemala, potro' andare a lavorare all'orfanatrofio in Mozambico, potro' andare a lavorare in Irlanda...posso fare un sacco di cose...tutte possibilita' incontrate nell'ultimo anno.
Non le faccio perche' posso non farle e perche' ora non voglio.
Non ho paura di rimanere senza cibo. Sono fortunato... e non perche' conti su qualcuno. Conro solo su di me.
Non ho paura di morire perche' sto vivendo.
Non ho pura e quindi sono libero.
Tuttavia non farei il muratore o non lavorerei in un cantiere navale nemmeno per un'ora se non per uno scopo piu' lungimirante. Se lo faccio per l'Heraclitus e' per passione e come investimento in un altro futuro. In qualche modo si potrebbe considerare quello che sto facendo come una scuola. Un investimento sul sapere, ma soprattutto sull'essere.
A questo punto subentra la personalita'.
A me interessa essere un uomo migliore, mi interessa conoscere le emozioni, il pensiero, la mente.
A qualcuno potrebbe non interessare nulla. Come a me non me ne frega assolutamente nulla di calcio, di automobili, o come non mi interessano molto i libri di fantascienza, i film d'azione....
Gusti, scelte, passioni, stili...chiamali come ti pare, ma non sta scritto da nessuna parte che quello che fa la maggioranza e' giusto.
A tal punto io sono arrivato a mettere in discussione che non sia necessario accumulare denaro...
E se ti capita qualcosa?
Ma cos'e' quel qualcosa? se mi rompo una gamba ci vogliono 5000 euro al mese per tirare avanti, se mi viene un ictus non bastano 10000. Quanti ne devo avere per essere sicuro che qualsiasi cosa mi capiti sono coperto?
E quindi anche in questo caso subentrano altri livelli di pensiero che non posso spiegare in un post su internet, se non semplificando al punto di dire che la vita stessa, i rapporti interpersonali, la percezione degli individui e dei loro modi di fare sono tutti su un altro piano e quindi a mio avviso la cosa migliore da fare e' indagare, conoscere e scegliere, esprimere un'opinione, senza giudicare.
Credo che quello che sto facendo, in termini di viaggio, di confronto con l'infinito dell'oceano, di vita comunitaria in uno spazio ristretto, di apprendimento (come cuoco, elettricista, falegname, muratore, marinaio, fotografo, scrittore, musicista, creativo....) non possa essere contemplato con gli stessi parametri con cui si osservano sistemi piu' convenzionali.
Io non so quale sia il migliore, ma onestamente non mi interessa, perche' credo che il meglio sia solo quello che e' tale per noi stessi.
Quando saro' stanco, e lo saro', ovvero quando non avro' piu' energie per godere di quello che ora mi esalta, prendero' una pausa, piu' o meno lunga, ma anche in quella pausa spero di essere quello che sto scoprendo ora. E con la stessa convinzione spero di potermi confrontare con le difficolta' che forse, lo ammetto, in qualche modo sto fuggendo. Ma anche in questo caso, perche' la chiamo fuga? Sarei in fuga se non volessi tornare, se non potessi tornare, sarei in fuga se qualcosa o qualcuno mi rincorresse.
Niente di tutto questo, solo una profonda amarezza nell'aprire le pagine del quotidiano nazionale e vedere che il tempo non scorre. Vedere che mentre io sento il mondo nella stretta di mano con un pescatore, mentre io, proprio nella semplicita' della vita degli uomini trovo l'immensita' del pianeta che la globalizzazione ha reso piccolo, quello stesso mondo visto dai grandi occhi di chi lo guarda per noi, marcisce.
Forse da questo fuggo.
Tra storie lette, viste, vissute, ascoltate e sognate, ne ho tante. Ho nomi, luoghi e idee.
Se trovo un posto dove fermarmi, esploderanno.
E tu, che stai ancora leggendo, e magari ti chiedi cosa faccio e perche' faccio, prova a pensare che per scrivere questa storia, questa pagina, questo post io ho dovuto scrivere qualche pensiero su carta, trascriverlo su un pc di un internet cafe' in mezzo alla citta' mentre scappavo dalla lunga fila d'attesa dal dottore. Poi sono andato da dottore e mentre attraversavo la citta' a piedi, mentre stavo seduto sul furgongino che mi riportava alla marina con la musica fastidiosamente ad alto volume, io pensavo a queste righe ed ora sono al pc dell'hotel della marina, con l'acqua alla gola perche' tra 13 minuti mi vengono a prendere eppure scrivo, Scrivo perche' so chi leggera'. Qualcuno riflettera' su queste idee. E se riesci a figurarti tutto questo, questo giorno, questa storia, forse ci troverai una sottile vena di poesia, nel vedermi correre da una parte all'altra con la febbre nelle mani. Sto lavorando, e ancora non mi paga nessuno.
Sto lavorando macinando pensieri e trasformandoli in parole nel modo migliore possibile.
Lo faccio per passione.
Lo faccio perche' qualcuno, come te, leggendo questa storia pensera' alla propria.
Anche se molti mi scrivono piu' o meno in privato, che invidiano quello che faccio e i posti che visito e via discorrendo, forse vale la pena di fare un paio di conti e senza salti nel buio o decisioni drastiche, semplicemente prendere coscienza di quello che si e' di quello che si fa e di quello che si dice.
E' questo quello che faccio e sono.
Vivo.
Pensare che anche la vita possa essere ricondotta ad un sistema di entrate e uscite e' riduttivo e spaventoso. Al contempo pragmatico. Solo una questione di scelte.
Spero che quasliasi riflessione venga pubblicata nei commenti a questo post.
Non inviatemi email personali. Non per questa storia
Un abbraccio a tutti.
Domani cambiamo ancoraggio. Ci spostiamo a Scotland Bay per alcuni giorni.
Forse riusciro' a far funzionare il mio nuovo numero di cellulare che al momento non riceve sms dall'estero....
1 868 7163346. (Credo senza il +)
Il numero italiano non funziona
In ogni caso tonero' on line in una decina di giorni dovrei riaffacciarmi on line
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6 comments:
"situazioni più che problemi
non ho paura
mi piace"
i luoghi comuni non esistono se si trasmette la passione per la vita, per le persone, per i luoghi, per le difficoltà.
Nella routine è spesso difficile trovare la forza di reazione a ciò che tu chiami situazioni
e il tempo non scorre...
la passione di vivere è il motore,
il coraggio di essere fedeli al proprio essere, di cambiare.
fare progetti per il presente, il qui , l'oggi, adesso.
il futuro lo costruisci ora. vivendo.
Per tutta la vita.
E la condivisione ci aiuta a capirti, capire, domandare, forse cambiare o perlomeno provarci.
"La vita è breve e le opportunità sono rare e dobbiamo essere pronti ad afferrarle. Non solo le opportunità di affermarsi, ma anche quelle di vedere le meraviglie del mondo, di ridere, di vivere, perché la vita non ci deve nulla. In realtà credo che noi dobbiamo qualcosa alla vita..."
Grazie
Chiara
Ciao Dario,
sono Nico,
ti leggo sempre.
In ritardo spesso, ma sempre..
ma di certo ti penso di più..
ma ti pensavo spesso anche prima..
intendo prima che partissi...
intendo da quando ci conosciamo
e da quando insieme condividiamo vita. Probabilmente breve vista da fuori, misurata da un'orologio italiano (di quelli prodotti in giappone con numeri arabi)... breve rispetto a... uhmmm... a cosa? alla vita media?... insomma mi hai capito.
Ma se breve di certo intensa.
Ti invidio? no, sarei lì con te.
Sto vivendo? Sì, ma meno di altre volte... diciamo che sono parcheggiato, metto a punto un paio di cosette, tipo chiudo il cerchio dell'università e poi avrò più spazio libero per nuovi pensieri.
E' da tanto che ho smesso di preoccuparmi del futuro, certo qualche volte magari un pensiero lo faccio ma senza paura, spesso sorridendo...
Di certo, la vita ed alcune persone che in lei ho incontrato mi hanno insegnato che per essere felici basta davvero poco e che non tutti possiamo seguire la stessa rotta. Ed a volte è triste vedere chi sceglie una strada solo perchè c'è una fiumana che la imbocca.
Dario, in queste mie parole confuse quello che ci tengo farti arrivare è un'immagine. In questa immagine ci sei tu davanti ad un tramonto sull'oceano ed alla tua sinistra sta sorgendo una luna crescente ed in quel momento pensi "Ma chissà che sta facendo Nico?". La risposta è "Nico sta vivendo felice perchè sa che un suo amico felice lo sta pensando".
A presto.
Nico
P.s. Come mai hai citato giusto giusto Taormina?
credo che tu non debba rispondere a nessuna domanda.
la tua risposta sei tu stesso.
tu stesso che hai trasformato delle visioni in vita.dei sogni in azioni quotidiane.
la tua risposta e la tua vita, la tua esperienza quello che fai.
io non ti pongo nessuna domanda.ma tutte le domande che molte persone credono razionale porre a te io le pongo a me stesso.ogni giorno.
piu volte al giorno.
lavoro e vengo pagato.
e chi se ne fotte.
purtroppo questo mondo si dimentica sempre di piu del perché delle cose, unica ragione di esistenza delle nostre azioni, il perché, e la maggior parte vive servendo i perche di qualcunaltro.
io sono con te con tutto me stesso, e sono con me con tutto te stesso.non dubito, ti ammiro.
i soldi e la stabilita non eliminano i dubbi, li rendono solo piu comuni e non contestabili.
un abbraccio amico mio.
gio
Ciao Marinaio , qui Sombrero.
quello che mi sento ora di dire forse è banale , ma molto semplice.
la cosa da fare è semplicemente quella che ci fa stare bene . Tante possono essere le cose che ci fanno stare bene , e alcune come dici tu , sono indotte e non sono le + pure.
Qui inizia la selezione , o meglio la sottrazione .
Tra le altre , quelle vere , solo noi sappiamo quanto e quali ci pulsino dentro …e quando riusciamo a realizzare , anche in parte quelle in cima alla lista , proviamo una grande soddisfazione . allora subentra una sorta di “crisi di astinenza” che ci spinge a continuare e a volerne ancora.
Più ne prendiamo , più ne vogliamo e più non riusciamo a smettere .E’ l’unica droga sana.
Il fatto è che spesso non sappiamo cosa ci piace davvero finchè non lo proviamo, e c’è chi è “fortunato” e lo scopre prima rispetto ad altri. Ma In realtà non si tratta solo di fortuna , anzi . piuttosto è ricerca .
La ricerca puo’ essere la risultante tra la nostra indole e la nostra condizione nella quale ci troviamo
. Se qualcosa non quandra la ricerca inizia . Ognuno a suo modo e coi suoi tempi . Ma!
Ma per continuarla e occorre coraggio , audacia e la consapevolezza del rischio , che poi , in fondo sai che non esiste . Perché quando sei sulla buona strada lo senti , e non esistono i rischi , o meglio , non diventano un peso .
Questi processi non sono statici , e possono mutare assieme a noi , assime al nostro cambiamento . E’ il cambiamento difficilmente è qualcosa di negativo per noi.
In sostanza credo che finchè ci si senta bene , non dico felici in modo assoluto , ma soddisfatti di quello che stiamo vivendo dobbiamo continuare a farlo .Quando non sarà più così , probabilmente avremo già iniziato , magari senza accorgene , un nuovo processo di ricerca ….per un nuovo cambiamento.
Ti abbraccio
Marco
Stupefacente,
Qualcuno mi segue.
trovato per "caso"?!?!
ora ti seguo anche io. trovo le risposte ai miei progetti.
Buon vento!Buona vita!
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