VIAGGI, PENSIERI, EMOZIONI
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Monday, May 24, 2010

.... o non ..?

Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli. Morire, dormire, nulla di più, e con un sonno dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie naturale retaggio della carne, è soluzione da accogliere a mani giunte.
Morire, dormire, sognare forse: ma qui é l'ostacolo, quali sogni possano assalirci in quel sonno di morte quando siamo già sdipanati dal groviglio mortale, ci trattiene: é la remora questa che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti.
Chi vorrebbe, se no, sopportar le frustate e gli insulti del tempo, le angherie del tiranno, il disprezzo dell'uomo borioso, le angosce del respinto amore, gli indugi della legge, la tracotanza dei grandi, i calci in faccia che il merito paziente riceve dai mediocri, quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto con due dita di pugnale? Chi vorrebbe caricarsi di grossi fardelli imprecando e sudando sotto il peso di tutta una vita stracca, se non fosse il timore di qualche cosa, dopo la morte, la terra inesplorata donde mai non tornò alcun viaggiatore, a sgomentare la nostra volontà e a persuaderci di sopportare i nostri mali piuttosto che correre in cerca d'altri che non conosciamo? Così ci fa vigliacchi la coscienza; così l'incarnato naturale della determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. E così imprese di grande importanza e rilievo sono distratte dal loro naturale corso:
e dell'azione perdono anche il nome..
Amleto, W. Shakespeare

Riporto un passo dell'Amleto per la sua bellezza poetica più che di significato.
Visto che il motivo per cui non mi pianto in pancia due dita di pugnale non è certo perché non so cosa mi aspetta nell'altra vita, ma in questa.
Non sono trattenuto dal timore dell'aldilà ma dalla curiosità per l'aldiqua.
Tuttavia quel che mi interessa ora è l'incipit della riflessione. L'eterno dubbio che qui voglio cambiare in:
Utile o non utile (inutile)?
Se essere fosse esteso ad essere utile il dilemma di Amleto avrebbe una qualsiasi differenza? Oppure per essere non è necessario essere utile?
A chi? a che cosa?
Ma colui che si interroga sulla necessità dell'esistenza e dei suoi tomenti si interroga anche e necessariamente sulla necessità di sè stesso?
Perché essere abbia un senso è necessario essere utili?
A chi? a che cosa?
A noi stessi forse.
Ma se una qualsiasi utilità dovesse soddisfare soltanto noi stessi sarebbe sufficiente essere.
Perché dovrei dannarmi ad essere utile a me, se sono l'unico a trarne giovamento? In tal senso potrei auto soddisfarmi con il minimo sforzo. Oppure confondiamo l'utile con il necessario e quindi tendiamo a soddisfare bisogni che coinvolgono anche altri? (vedi bisogno di appartenenza, ad esempio, che in alcune situazioni o individui è necessario e quindi il loro essere utile non è destinato a soddisfare sensazioni ristrette al sè stesso).
In che modo ci si sente utili?
Sentirsi utili ...
Per sentirsi utili bisogna fare qualcosa che cambi una situazione, uno stato d'animo, una condizione che non ha influenza o ripercussioni solo su di noi.
Oppure qualsiasi cosa si faccia è in qualche modo utile?
Faccio qualcosa di utile anche se quello che faccio mi viene pagato o contraccambiato in qualche modo? Oppure in quel caso è soltanto il mio lavoro?
Faccio qualcosa di utile solo se faccio il volontario? Solo se faccio star bene qualcuno fisicamente o emotivamente?
Oppure sono utile in qualsiasi caso, perché la mia azione potrebbe avere un effetto positivo non diretto e immediato?
Ad esempio se riciclo la plastica faccio qualcosa di utile per il pianeta e quindi per una vita migliore per chi lo abita.
E' troppo difficile o insufficiente sentirsi utili anche per piccoli gesti simili?
Bisogna per forza cambiare qualcosa in modo tangibile? Oppure, alla fine, essere equivale ad essere utili?
Se davvero ci concentriamo su tutto quello che facciamo e abbiamo fatto, forse ci accorgiamo che anche solo essere è utile, perché in ogni caso siamo figli, madri, padri, fratelli, amici, uomini.
Se questo sia un motivo sufficiente per l'auto soddisfazione non lo so con certezza, forse una motivazione per non sentirsi inutili.

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