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Saturday, April 18, 2009

Mmmmmmm mbira



Ieri ho assistito ad un concerto di Mbira di Erica Azim.
E' uno strumemnto africano, originario dello Zimambwe.

In genere si tratta di tavolette più o meno sottili, spesso dotate di casse di risonanza (di vario spessore), su cui viene applicato un numero variabile di lamelle: l'altezza delle note è determinata dalla lunghezza delle lamelle e il suono che ne risulta è morbido e delicato.
Anticamente le lamelle potevano essere vegetali, di bambù o di fibra; oggi sono quasi esclusivamente di metallo, trattenute alla cassa armonica da chiodini ricurvi ed allineate su ponticelli di legno, metallo, fibra.
Si tratta di uno degli strumenti più tipicamente africani, le cui origini vengono fatte risalire a certe lamelle di rafia (o di altro vegetale) che venivano tenute tese sulle labbra e fatte vibrare con l'emissione del soffio.
Caratteristici sono i risuonatori (sonagli di vario genere: cilindretti di ferro, conterie, tappi di metallo) applicati alle lamelle o direttamente sulla cassa di risonanza.

MBIRA DZAVADZIMULa MBIRA DZAVADZIMU, con ben 24 chiavi di metallo, è costruita con una tavola di legno dell'albero MUKWA. Le chiavi sono tratte da sottili verghe di ferro ad alto contenuto di carbonio.
Lo strumento è fissato all'interno di grosse zucche che fungono da cassa di risonanza (con un effetto caratteristico di sostegno del suono).
Tra le comunità SHONA, presso cui è in uso, il suono della MBIRA era tradizionalmente associato ai riti di contatto con gli antenati. La parola stessa MBIRA deriva da una cerimonia religiosa detta BIRA.
Un buon suonatore di MBIRA è considerato come una sorta di eletto, un individuo protetto dagli spiriti ancestrali. Di questo strumento si conoscono versioni in cui la cassa di risonanza è costituita (evidentemente per scopi magici) da teschi di animali.

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