VIAGGI, PENSIERI, EMOZIONI
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Friday, April 10, 2009

In diretta da Buenos Aires

Erano le 9 del mattino di mercoledi 8 aprile quando sono salito su un Maggiolino Volkswagen carico di valigie. Al mio fianco sedeva Pablo. Davanti autista e Craig.
Dopo un' òra di tortuosa strada sterrata, scossoni, grattate sul fondo del vecchio e indistruttibile veicolo sono arrivato ad Aiuruoca.
Li' abbiamo cambiato automobile e poco prima delle 11 eravamo a Caxambu' .
Nelle successive 5 ore di bus non ho parlato molto.
Ho origliato qualchge parola della conversazione tra Craig e Pablo, seduti dietro di me, ma per la maggior parte del tempo ho rivisto scene dei giorni trascorsi a Matutu ed ho pensato che in poche ore avrei detto Addio a Craig. Il mio amico scozzese. Quell' omone distrutto e simpatico che conosco da dieci mesi, che ha attraversato l' òceano con me, che mi ha fatto ridere, che mi ha ascoltato. Che ho ascoltato.
A Sao Jose' dos Campos Pablo e Craig sono scesi per cambiare bus e dirigersi verso Paraty, dove ancora galleggia l`Heraclitus.
Io avrei continuato verso San Paolo.
Addio.
Arrivederci, spero.
Al tramonto ho fatto il mio ingresso nella citta`da 20 milioni di abitanti.
Non si contavano i grattacieli, non le auto incollonnate su intrecci di strade.
Un roboante suono di elicotteri in volo riempiva l`aria.
Ho raggiunto la casa di Sergio, un amico che vive in un quartiere a dir poco benestante, protetto, sicuro.
Mi sono perso nel suo appartamento e quando l' ho ritrovato gli ho chiesto di accompagnarmi alla stazione dei bus.
Sono salito sullo Shuttle per l' àreoporto e nell' òra di viaggio non ho visto altro che campi da calcio ai lati della superstrada.
E capanne e case distrutte.
Ricordo che anche Rio de Janeiro mi aveva lasciato questa impressione. Enorme citta` costruita sulle fondmenta del terzo mondo.
E del pallone. Quello stesso che Adriano non ha piu`voglia di calciare, stanco s forse schifato dal lurido mondo che gliel`ha sporcato di soldi.
Rapido Check-in, ma alle 3 del pomeriggio non sono ancora seduto al mio posto, 8C, lato finestrino.
L'aereo ha perso una ruota.
Aspetto impaziente sulla mai poltroncina, mi alzo ogni 5 minuti per chiedere informazioni, e alla fine mi accompagnano al mio aereo.
Alle 20.55 sono sui cieli di Buenos Aieres.
Non ho mai visto nulla di cosi' immenso e luminoso.
Sembrava di stare sompra una torta piena di candele.
Ma chi li compie cosi`tanti anni? Milioni di anni.
Mi ha preso una fitta al cuore.
Sotto di me c'èra Buenos Aires.
Andavo a viverla.
Dopo poche operzioni burocratiche di ingresso in Argentina ho provato a racimolare qualche moneta per far fronte alla crisi che cè`in citta`. Nessuno ha moneta.
Sono salito su un altro shuttle bus e poi su un taxi, per farmi portare all' indirizzo dove mi aspettava Stefani, marinaia dell`Heraclitus, nonche` fidanzata di Craig.
Mi ha abbracciato con la stessa forza con cui mi aveva salutato Craig.
Ho semplicemnte cambiato casa. Da Matuto a San Paolo,da San Paolo a Buenos Aires, non ho mai smesso di sentirmi un poi`a casa.
Ma l'àtmosfera malinconica, le luci soffuse e giale della millonga, il suono dolce del mio primo Tango, mi hanno riportato a Buenos Aires. A questa citta`.
Mi sono svegliato questa mattina ed ho sorseggiato un po`di mate`amaro.
Ho salutato Stefani.
Lei torna a Londra e mi lasscia in eredita`un lavoro da svolgere.
Sono sceso in strada.
Non c' èra nessuno. E`venerdi Santo.
E`tutto chiuso e silenzioso.
Vorrei un caffe`.
E un giornale.
Ho voglia di leggere un giornale.
Non leggo un giornale di carta da molto tempo.
Trovo un edicola. Un chiosco sulla strada che mi ricorda quelli di Milano.
E tra i tanti titoli spagnoli scorgo...CORREIRE DELLA SERA.
Nemmeno un pesos ed e`mio.
Mi siedo al bar, ordino un caffe`e leggo storie tristi di vite distrutte dalla catstrofe in abruzzo.
Vorrei essere li', a fare qualcosa.
Poi leggo Èditoriale di Ferruccio De Bortoli
"E poi c'è un'altra ragione. Guardatevi intorno: quali sono i simboli che vi ricordano tradizione, appartenenza, storia della vostra comunità? Sono pochi, pochissimi.Un'alluvione di marchi e format globali. In strada, in tv e nella Rete. Persino la vostra squadra del cuore parla una lingua diversa. A volte capita che solo in edicola e in libreria si abbia la certezza di trovarsi nel proprio Paese. Con il suo giornale un lettore si sente sempre a casa. A suo agio. Con uno strumento (anche di lavoro) affidabile per interpretare realtà complesse.Sentirsi parte attiva di una comunità ed essere contemporaneamente cittadino del mondo. "
E mi sento di nuovo a casa. Quella vera. Seduto davanti al mio giornale.

Articolo completo
http://www.corriere.it/editoriali/09_aprile_10/debortoli_3be1ca2a-258e-11de-bdf0-00144f02aabc.shtml

Nei prossimi giorni
Avro' un numero di telefono Argentino
Aggiornero`la mia galleria fotografica con le meraviglie di Matutu.

2 comments:

giusi said...

Allora eccoti... Arrivi il 9 aprile e chiami Buenos Aires "una torta piena di candeline"...
Dopo 25 anni, questo è stato il mio primo compleanno senza torta e senza candeline...
Ora mi è chiaro perchè...
Luci soffuse, milonga, atmosfera malinconica... mate amaro...
Tutto ciò ha il sapore dolce del ricordo e amaro della nostalgia...
Ma li amo, questi sapori, allo stesso identico modo...
Vivitela... e ascoltala...
Un abbraccio
Giusi

dar said...

la ballero`