Il 2 giugno 2008, pochi giorni prima di partire per il Sudafrica, inauguravo il neonato blog Parole in Cammino riportando una poesia dal titolo Ode alla vita, che erroneamente attribuii a Pablo Neruda. Mi piace l’idea di inaugurare la veste di questo blog, per certi aspetti nuovo, riportando la stessa poesia, citando la vera autrice: Martha Medeiros, poetessa brasiliana.
L’errore è stato diffuso da internet e peggiorato dopo l’intervento di Mastella nel 2008.
Nell’articolo di Repubblica.it che denuncia l’errore è scritto: Stefano Passigli, presidente della Passigli editori, che pubblica in Italia le opere del Nobel cileno, ha dovuto fare un comunicato. “Chi conosce la sua poesia – spiega Passigli – si accorge all’istante che quei versi banali e vagamente new-age non possono certo essere opera di uno dei più grandi poeti del Novecento”.
Pablo Neruda, tuttavia, nel suo discorso in occasione della consegna del Nobel, dice
” solo con una ardiente paciencia conquistaremos la espléndida ciudad que dará luz, justicia y dignidad a todos los hombres. Así la poesía no habrá cantado en vano.”
La frase è anche il finale dell’ode alla vita ed è presa da Rimbaud , il poeta veggente :
“A l’aurore, armés d’une ardente patience, nous entrerons aux splendides villes” (All’alba, armati di ardente pazienza, noi entreremo nelle città splendide).
ODE ALLA VITA di Martha Medeiros
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.
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