SO che qualcuno ha provato a telefonarmi al numero africano con scarsi risultati.
Non so che dire.
In ogni caso domenica volo in Malawi per un periodo indefinito.
Il numero a cui contattarmi sara'
+447937023739
Il numero africano e' e sara' al mio ritorno in Sud Africa
+27761515668
Thursday, September 11, 2008
I muscoli del Capitano, di F. De Gregori
Guarda i muscoli del capitano
tutti di plastica e di metano
guardalo nella notte che viene
quanto sangue nelle vene
Il capitano non tiene mai paura
dritto sul cassero fuma la pipa
in questa alba fresca e scura
che assomiglia un po' alla vita
E poi il capitano se vuole si leva l'ancora dai pantaloni
e la getta nelle onde
e chiama forte quando vuole qualcosa, qualcuno
c'è sempre uno che gli risponde
Ma capitano non te lo volevo dire
ma c'è in mezzo al mare una donna bianca
così enorme nella luce delle stelle così bella
che di guardarla uno non si stanca
Questa nave fà duemila nodi
in mezzo ai ghiacci tropicali
ed ha un motore di un milione di cavalli
che al posto degli zoccoli hanno le ali
La nave è fulmine, torpedine, miccia
scintillante bellezza, fosforo e fantasia
molecole d'acciaio, pistone, rabbia,
guerra, lampo e poesia
E in questa notte elettrica e veloce
in questa croce di novecento
il futuro è una palla di cannone accesa
e noi lo stiamo quasi raggiungendo
Il capitano dice al mozzo di bordo
signor mozzo io non vedo niente
c'è solo un po' di nebbia che annuncia il sole
andiamo avanti tranquillamente
(dedicata da G.T.)
tutti di plastica e di metano
guardalo nella notte che viene
quanto sangue nelle vene
Il capitano non tiene mai paura
dritto sul cassero fuma la pipa
in questa alba fresca e scura
che assomiglia un po' alla vita
E poi il capitano se vuole si leva l'ancora dai pantaloni
e la getta nelle onde
e chiama forte quando vuole qualcosa, qualcuno
c'è sempre uno che gli risponde
Ma capitano non te lo volevo dire
ma c'è in mezzo al mare una donna bianca
così enorme nella luce delle stelle così bella
che di guardarla uno non si stanca
Questa nave fà duemila nodi
in mezzo ai ghiacci tropicali
ed ha un motore di un milione di cavalli
che al posto degli zoccoli hanno le ali
La nave è fulmine, torpedine, miccia
scintillante bellezza, fosforo e fantasia
molecole d'acciaio, pistone, rabbia,
guerra, lampo e poesia
E in questa notte elettrica e veloce
in questa croce di novecento
il futuro è una palla di cannone accesa
e noi lo stiamo quasi raggiungendo
Il capitano dice al mozzo di bordo
signor mozzo io non vedo niente
c'è solo un po' di nebbia che annuncia il sole
andiamo avanti tranquillamente
(dedicata da G.T.)
Sunday, September 7, 2008
Friday, September 5, 2008
Day off
Il rombo di un motore spacca l'aria.
Pezzi di citta' mi volano in faccia.
Un elicottero si avvita nel cielo.
Il presidente se ne va.
Mr Mbeki e' venuto a far visita alla Marina Militare.
Parata di navi e colpi di cannone.
Poliziotti ovunque e massima sicurezza.
Il drydock e' blindato.
Anche per me.
Mi concedo una giornata tra l'elettricita' di un'atmosfera tersa.
Un sole incandescente rischiara questo mattino d'inverno.
Mi siedo al tavolo di un bar affacciato sul porto.
Una foresta di alberi maestri ondegggia poco lontano.
Ancore arrugginite, appoggiate lungo la baia, sentinelle delle'elemento che vorrebero abitare ancora.
Destinate a sostare sul punto zero.
Al confine esatto tra terra, mare e cielo.
Vorrebbero scoprire gli abissi.
E provare ad essere ancora un punto fermo nel movimento.
Pezzi di citta' mi volano in faccia.
Un elicottero si avvita nel cielo.
Il presidente se ne va.
Mr Mbeki e' venuto a far visita alla Marina Militare.
Parata di navi e colpi di cannone.
Poliziotti ovunque e massima sicurezza.
Il drydock e' blindato.
Anche per me.
Mi concedo una giornata tra l'elettricita' di un'atmosfera tersa.
Un sole incandescente rischiara questo mattino d'inverno.
Mi siedo al tavolo di un bar affacciato sul porto.
Una foresta di alberi maestri ondegggia poco lontano.
Ancore arrugginite, appoggiate lungo la baia, sentinelle delle'elemento che vorrebero abitare ancora.
Destinate a sostare sul punto zero.
Al confine esatto tra terra, mare e cielo.
Vorrebbero scoprire gli abissi.
E provare ad essere ancora un punto fermo nel movimento.
Sunday, August 31, 2008
Wednesday, August 20, 2008
Shabim
Solo poche centinaia di metri separano la mia quotidianita' da quella degli abitanti del piccolo villaggio sopra la collina.
Tutte le mattine li vedo camminare lungo il bordo della strada, diretti verso il mare, verso la citta'.
Qualcuno spera in un passaggio.
Scendono al mattino, risalgono alla sera
Tutti i giorni.
Li vedo di giorno
Li sento di notte.
La musica della loro notte si spande nel buio o nel silenzio del chiaro di luna.
Sono andato a vedere da dove viene.
Tra le poche luci che illuminano le strade terrose, tra latrati di cani, piscio negli angoli e baracche si nascondono SHABIM.
Si tratta di garage con qualche lampadina, un tavolo da biliardo, un bancone e il juke box.
Il lunedi sera probabilmente non e' la notte per la festa collettiva e i ragazzini sono gli unici 'clienti'.
Non comprano nulla, non hanno denaro.
Infilano una moneta nel biliardo.
Giocano
E ascoltano musica per poche altre monete.
I bianchi, gli stranieri, sono sicuramente una rarita'.
Non e' un paese.
E' un agglomerato di baracche abusive, dove il Sud Africa ha relegato i neri.
Li lasciano vivere nascosti.
Shabim non e' un bar lungo la strada.
Alla prima canzone arrivano a decine.
Sanno che qualcuno ha infilato una moneta in quella scatola che emana musica
10 canzoni.
Sempre quelle.
!0 canzoni che tutti sanno a memoria, per ballare.
Come sono le loro vite, a cosa pensano?
Che fanno durante il giorno?
Li ho visti prendersi a sassate.
Ci saranno le gang di quartiere?
Ci saranno rivalita' tra i vari Shabim?
Offro un sorso di birra, gioco a biliardo.
Io e Eddie contro due di loro.
Ovviamente stravincono.
Conoscono ogni possibile rotazione delle palle.
Ballano.
Conoscono ogni singola rotazione del corpo.
Sorridono.
Mi abbracciano e ballano fino al mattino.
Urlano nella notte per festeggiare la stessa luna.
Piena o in eclissi. Per loro e per noi, luce nella notte.
Pochi metri per attraversare la strada e ritrovarsi in Africa.
Non so se sia quella dei giornali e dei racocnti altrui.
E' sempice.
Viva.
E' dentro.
Tutte le mattine li vedo camminare lungo il bordo della strada, diretti verso il mare, verso la citta'.
Qualcuno spera in un passaggio.
Scendono al mattino, risalgono alla sera
Tutti i giorni.
Li vedo di giorno
Li sento di notte.
La musica della loro notte si spande nel buio o nel silenzio del chiaro di luna.
Sono andato a vedere da dove viene.
Tra le poche luci che illuminano le strade terrose, tra latrati di cani, piscio negli angoli e baracche si nascondono SHABIM.
Si tratta di garage con qualche lampadina, un tavolo da biliardo, un bancone e il juke box.
Il lunedi sera probabilmente non e' la notte per la festa collettiva e i ragazzini sono gli unici 'clienti'.
Non comprano nulla, non hanno denaro.
Infilano una moneta nel biliardo.
Giocano
E ascoltano musica per poche altre monete.
I bianchi, gli stranieri, sono sicuramente una rarita'.
Non e' un paese.
E' un agglomerato di baracche abusive, dove il Sud Africa ha relegato i neri.
Li lasciano vivere nascosti.
Shabim non e' un bar lungo la strada.
Alla prima canzone arrivano a decine.
Sanno che qualcuno ha infilato una moneta in quella scatola che emana musica
10 canzoni.
Sempre quelle.
!0 canzoni che tutti sanno a memoria, per ballare.
Come sono le loro vite, a cosa pensano?
Che fanno durante il giorno?
Li ho visti prendersi a sassate.
Ci saranno le gang di quartiere?
Ci saranno rivalita' tra i vari Shabim?
Offro un sorso di birra, gioco a biliardo.
Io e Eddie contro due di loro.
Ovviamente stravincono.
Conoscono ogni possibile rotazione delle palle.
Ballano.
Conoscono ogni singola rotazione del corpo.
Sorridono.
Mi abbracciano e ballano fino al mattino.
Urlano nella notte per festeggiare la stessa luna.
Piena o in eclissi. Per loro e per noi, luce nella notte.
Pochi metri per attraversare la strada e ritrovarsi in Africa.
Non so se sia quella dei giornali e dei racocnti altrui.
E' sempice.
Viva.
E' dentro.
Sunday, August 10, 2008
In & out
Si riesce a vedere solo guardando dall'interno verso l'esterno. Per vedere in direzione opposta occorre avvicinarsi molto.
Molto.
Molto.
Friday, August 1, 2008
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