Friday, December 31, 2010
2010. Cosa salvare?
Tuesday, December 21, 2010
Aeroporto, territorio di confine
Tuesday, December 14, 2010
Berlino, uno stile di vita
Ti è mai capitato di saltare una stagione? Se sei nato ad una latitudine di clima temperato sei anche abituato ad un costante alternarsi di stagioni, con una netta differenza tra estate e inverno. Se per un anno salti completamente una stagione è inevitabile avvertire questa mancanza.
Monday, November 29, 2010
Disfattismo o premonizione?
Il mondo si sta spostando a Sud e a Est. Il PIL dei Paesi del BRIC sta per superare quello del G6 (Germania, Italia, Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone). I Paesi del BRIC hanno un debito pubblico rapportato al PIL molto basso: Russia 6%, Cina 18%, Brasile 45%, India 59%. L'Italia, per dire, è al 118% con 80 miliardi di euro di interessi annui da pagare, una cifra che ammazzerebbe un elefante. Gli Stati Uniti stanno per raggiungere l'Everest dei 14.000 miliardi di dollari di debito pubblico dai 6.000 miliardi del 2002. In passato le guerre si combattevano con le armi, oggi si combattono con il debito pubblico. Chi compra il tuo debito diventa il tuo padrone.
Gli Stati Uniti, il Paese più indebitato, è responsabile del 50% delle spese militari mondiali. Una enormità. La Russia, l'antagonista storico, spende il 3,5%. Gli Stati Uniti trasformano ildebito in armamenti. In pratica chi compra titoli di Stato statunitensi finanzia la guerra in Afghanistan o le basi militari di Dal Molin di Vicenza e di Okinawa in Giappone dove sono accampati da 65 anni. L'Impero Romano crollò sotto la spinta dei barbari ai suoi confini. Le sue legioni si ritirarono dal Reno alla Britannia. Gli Stati Uniti forse seguiranno la stessa sorte per l'impossibilità economica di mantenere 716 basi militari in 40 Paesi. L'Irlanda è un sintomo del tramonto dell'Occidente travolto dal suo debito pubblico. L'inverno sta arrivando per lecicale europee e americane e fuori fa sempre più freddo.
Wednesday, November 24, 2010
Devastante
Monday, November 8, 2010
un giorno nel fango
Thursday, November 4, 2010
Sotto la polvere
Thursday, October 28, 2010
Monday, October 25, 2010
Sono un downshifter?
Cercasi sponsor
Friday, October 8, 2010
RESPIRO SENZA TEMPO - Doppio reading a Padova
Wednesday, October 6, 2010
Notte Jazz
Wednesday, September 29, 2010
LO SUDANDOLARDO
Monday, September 27, 2010
IMMAGIMONDO 2010
Friday, September 17, 2010
ACQUA. Un viaggio - IL NUOVO LIBRO
da Cape Town a La Habana
immagini e parole
per scoprire colori, forme, suoni
suggestioni, significati
del liquido che contiene e dà la vita.
L'acqua.
Semplice.
Misteriosa.
Preziosa.
Il libro raccoglie più di 70 tra le più belle fotografie che ho scattato, per accompagnare in un viaggio dentro l'acqua, il suo valore.
E' una tavolozza di colori e percezioni, sensazioni, in qualche modo legate al liquido della vita.
Un'ampia introduzione illustra alcuni dei significati dell'acqua nel mondo e ripercorre le tappe principali del viaggio.
Nell'era del virtuale credo ancora nel valore del toccare un libro, di averlo di fronte a te, come strumento per sognare, ricordare, condividere, annusare e sentire l'acqua attraverso la carta.
Puoi chiamarlo libro liquido o libro di viaggio. E' un libro di acqua e di viaggio.
iIl libro è già acquistabile on-line al sito
http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=515685
oppure cliccando sul lato destro di questo blog.
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from Cape Town to La Habana
images and words
to discover colors, shapes, sounds, meanings
of the liquid that contains and gives life
Water
Simple
Misterious
Precious
The book collects more than 70 pictures I shot; a journey inside water, its value.
It' is a palette of colous, perceptions, feelings somehow related to the liquid of life
A vast introduction shows the main stages of my trip.
In the age of virtuality I still believe in the value of touching a book, of having it in front of you, as an instrument to dream, remember, share, smell and feel the water through the paper.
You can call it a liquid book or a travel book. It is water and a journey itself.
It si for sale in line at the website
http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=515685
or on the right side of this blog.
Monday, September 13, 2010
Jimi, Janis, Jim e il fattore J-27
LA MALEDIZIONE DEL ROCK
Gli eroi ribelli e il fattore J-27
Repubblica — 12 settembre 2010 pagina 4041 sezione: DOMENICALE
LONDRA Una chitarra a forma di freccia, locandine, un paio di manoscritti, un cappello nero a falde larghe, un disegno autografo dedicato al festival dell' isola di Wight, un vestito sgargiante, di quelli che Hendrix si faceva confezionare su misura come uno specchio di stoffa della psichedelia imperante, e una grande mappa di Londra su cui sono segnati tuttii luoghi che hanno fatto parte della sua breve, bruciante biografia. Siamo a Hendrix Britain, piccola ma succosa esibizione allestita in alcune stanze dello Handel Museum, al numero 23 di Brook street, nella zona di Mayfair, dove Hendrix ha abitato per un po' di tempo. Quello è stato il suo flat inglese, la casa bohémien dove visse con l' amica Kathy Etchingham, l' unica di cui si sia fidato completamente, e dove probabilmente passò alcuni tra i rari momenti di relax della sua travolgente esistenza. Ma la mostra è solo uno degli omaggi che si stanno moltiplicando in tutto il mondo. Hendrix del resto doveva molto a Londra, e la passione fu totalmente ricambiata. Furono gli inglesi a capire per primi che nel suo blues da fantascienza c' era una nuova visione dell' universo dei suoni, che nella sua onnivora, devastante capacità di trasformare in puro genio qualsiasi cosa uscisse dalla sua chitarra fiammeggiante, stava inventando una musica che non si era mai sentita prima. Gli americani l' avevano snobbato. Per loro il blues era una musica da cortile, ce l' avevano sotto casa, e per anni quel diamante era rimasto grezzo, appena abbozzato, incapace di abbagliare. Finché, da Londra, non arrivò il suo primo singolo, una folgorante e ruvida canzone intitolata Hey Joe che lanciò il musicista che di lì a poco avrebbe osato sfidare il cielo stesso, nella nebbia iridescente di Purple Haze, quando cantava come se dialogasse con gli dei: «Scusatemi, mentre bacio il cielo». E a Londra Hendrix ci tornò anche per morire, soffocato dal suo stesso vomito, la sera del 18 settembre
Sunday, September 12, 2010
Festivaletteratura:che festival!
Heraclitus in Europa!!!!
Thursday, September 9, 2010
IMMAGIMONDO 2010
Sala Affresco - Palazzo del Commercio
domenica 26 h. 18.30 - Progetto Heraclitus - Alla scoperta del mondo su un Vascello di Cemento
Proiezione e incontro con Dario Sorgato, scrittore e viaggiatore.
TI ASPETTO!!!!
Thursday, September 2, 2010
Perchè i gradi sono 360?
Thursday, August 26, 2010
Capitolo 39
Gli esperti che studiano l’antica Grecia dicono che all’epoca la gente non si considerava padrona dei propri pensieri. Quando gli antichi greci formulavano un pensiero era perché una divinità aveva deciso di dargli un ordine. Apollo gli diceva di essere coraggiosi.
Atena di innamorarsi.
Oggi la gente vede la pubblicità delle patatine al formaggio e si fionda fuori a comperarle.
Tra
….
Ci aggiriamo nel labirinto di mobili, su di noi pendono i lampadari spenti e scollegati. Dalla finestrella filtra il chiarore lunare.
Facile no? Dice Helen. Possiamo fare qualsiasi cosa.
No, le dico. Lei può fare qualsiasi cosa.
Helen dice: Mi ami ancora?
Se vuole. Non lo so. Se lo dice lei.
Helen alza gli occhi verso i lampadari, verso culle gabbie di cristallo e dorature. Dice: hai tempo per una sveltina?
E io lo dico: come avessi scelta.
Non so più cos’è che voglio e cos’è che sono addestrato a volere.
Non so più cos’è che voglio e cos’è che mi si costringe a volere con l’inganno.
Mi riferisco al libero arbitrio. Esiste davvero oppure è Dio a stabilire e imporre tutto ciò che diciamo e desideriamo? Possediamo il libero arbitrio o sono i mass media e la cultura che ci controllano, che controllano i nostri desideri e le nostre azioni fin dal giorno in cui veniamo al mondo? Io agisco per libero arbitrio o è l’incantesimo di Helen che si è impossessato della mia mente?
….
Immaginate l’immortalità, una condizione per cui anche cinquant’anni di matrimonio sembrano una storiella di una notte. Immaginate di vedere le mode e le tendenze, nascere e spegnersi. Immaginate il mondo affollato da secoli di umanità disperata. Immaginate di cambiare religione, casa, dieta e carriera così tante volte che ogni cosa perde il suo valore. Immaginate di viaggiare finché ogni centimetro quadrato del mondo vi viene a noia. Immaginate di rivivere emozioni, amori odi, rivalità e vittorie all’infinito, finché la vita non si riduce ad una melodrammatica soap opera. Finché la nascita e la morte di altri individui non vi provocano la stessa emozione del buttare via un mazzo di fiori appassiti.
….
Potere, denaro, cibo, sesso, amore. Ne avremo mai abbastanza? O il fatto di averne un po’ ci spinge a desiderarne sempre di più?
Dentro quel fluttuante guazzabuglio di futuro, io non riconosco nulla. Vedo solo altro passato. Altri problemi, altre persone. Meno biodiversità. Altra sofferenza.
….
I mass media, la cultura, ogni cosa mi innesta le sue uova sottopelle. Il Grande Fratello mi riempie di bisogni.
Davvero voglio una bella casa, un’auto veloce, mille amanti bellissime? Davvero voglio tutto questo? O sono semplicemente addestrato a volerlo?
Davvero tutto questo è meglio di ciò che possiedo già? O sono semplicemente addestrato ad essere insoddisfatto? Che io sia vittima di un incantesimo per cui niente è mai abbastanza?
….
Ma allora, se davvero la realtà è solo frutto di un incantesimo, se davvero tu non vuoi ciò che pensi di volere, se non possiedi il libero arbitrio. Se non sai cos’è che davvero sai. Se non ami chi credi di amare. Cos’è che ti spinge a vivere?
Niente.
tratto da
Ninna nanna di Chuck Palahniuk
articoli correlati
http://digilander.libero.it/confratchianti/libri_palahniuk-ninna.htm
Saturday, August 21, 2010
Se potessi urlare terra
Tuesday, August 3, 2010
c'è un po di strada...
Tuesday, July 20, 2010
Partire
Sunday, July 4, 2010
Metafore
Sul blog del vascello vengono postati con una discreta frequenza dei messaggi scritti direttamente dai membri dell'equipaggio. Hanno scritto Christine, capo spedizione, Claus, il capitano, e Abi, una ragazza della ciurma.
Credo che loro scrivano a qualcuno che poi si fa carico di inserire i messaggi nel blog. Infatti si avvalgono di un servizio offerto da SailMail che permette di inviare messaggi di testo appoggiandosi alla radio o al telefono satellitare. Per tanto dubito che sia possibile una normale navigazione nella rete con tanto di aggiornamenti di status su Facebook, anche pèerchè so che il capitano era profondamente contrario ad avere itnernet a bordo, per potersi riservare il lusso di essere irraggiungibile e solo, di godersi il mare, la sua infinità, il suo silenzio e le sue creature, fino a quando la terra avrebbe permesso di condividerle con qualcuno che non fosse a bordo. Senza internet l'Oceano è ancora un posto dove il mondo è diverso. Dove puoi smettere, per il tempo della navigazione, di essere quell'uomo che la terra vorrebbe.
L'uomo non è nato per vivere sul mare. Proprio per questo quando sei sul mare puoi essere tutto e il contrario di tutto.
Ciò nonostante è indubbio che dal mio punto di vista, di ex Heraclitiano, poter leggere quello che sta succedendo a bordo, le emozioni, le impressioni, è decisamente forte.
Conosco Claus e molti altri membri dell'attuale equipaggio, per cui immagino, sento, vedo anche se non sono a bordo.
Night before last, Eddie's watch, the 12-4 broke the speed record --9.9 knots...I heard Eddie laughing with joy on the helm.L'ho sentita anch'io quella risata.
(La notte precedente, durante il turno di Eddie, iol12-4, Heraclitus ha superato il record di velocità, 9.9 nodi... Ho sentito Eddie ridere con gioia mentre era la timone.) Christine
La conosco bene.
Forse non so esattamente cosa vuol dire essere sulla cresta di quelle montagne di cui parlano qualche riga più su, ma ora so che io sto navigando.
Io sono sul mio Oceano.
La mia sfida ora, non si chiama Atlantico.
Ne ho una ben più grande da affrotnare.
Che non conosco.
Conosco forse il mare? O conosco solo il suo nome?
Conosco cosa mi riserva il girno successivo? Conosco quali tempeste, quali onde?
Conosco qauli meraviglie?
Conosco forse il colore che avrà il cielo al tramonto, all'alba? Posso sapere quali e quante nuvole ci saranno? Se pioverà?
Non so nulla.
Non so niente
So soltanto che sono in continuo movimento.
Sono disorientato eppure non sono perso nell'infinito della libertà.
Su un mare senza vento nè stelle.
Forse anche un po' abbandonato alla deriva.
Naufrago dentro me.
A cosa è servito tutto questo naviagare, questo viaggiare, questo conoscere e divenrire?
Forse a non avere paura di continuare a farlo, anche se non vado da nessuna parte.
Non sono certo appagato. Il mio desiderio di mondo non può sopirsi di fronte ai viaggi del pensiero.
Ma anche il pensiero si stanca.
E vorrebbe riposare.
Si può?
Si può fermare il pensiero?
Si può gettare l'ancora?
La leggerezza che volevo era soltanto quella dell'illsuoine di una sosta.
Ma cosa vuole diventare tutto il mio moto?
Posso forse trasformarlo in una forma esistente, già vissuta da qualcuno?
Non mi posso costringere a questo.
E' difficile.
Difficle contiunare a rincorrere qualcosa che si nasconde dientro la nebbia.
E' difficle cercare di essere quello che nemmeno si sa.