VIAGGI, PENSIERI, EMOZIONI
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Tuesday, May 19, 2009

¿De dónde sos?

- Italia.
- Ah Italiano,.... mi abuelo (nonno) era de la Italia

oppure

- Italia
- Ah, Mi bisabuelo era italiano. Mi bisabuelo paterno. E mi abuela por parte di mi mama, tambien.
- Ah, mira.
- ¿Y de que parte de la Italia sos?

E qui non so mai cosa dire.

- Padova, Padua. coñoce?
- ....
- Esta en el norte, cerca de Venecia. Mais antes de dejarme de la Italia, estava viviendo en Milano.
- Ah, mira. Que barbaro!

Oppure

- Padova, Padua. coñoce?
- Padua, S. Antonio de Padua.
- Bravo. Muy bien!
- Yo tengo un primo (cugino) en Alessandria.
- Ah, mira. Que barbaro!


E' sempre così.
Sempre.
Ma tutti 'sti nonni, se ne fossero rimasti a casa loro.
Partono, conquistano mezza Argentina, si sposano l'altra metà spagnola e fanno figli e figlie che a loro volta si sposano e fanno altri figli e figlie che ora hanno un quarto di sangue italiano, o un ottavo se gli va bene e immancabilmente me lo vogliono dire.
Immancabilmente.
Avere un antenato italiano è un orgoglio.
Lo si legge negli occhi.
Te lo dicono con con un quelnonsochè di "anch'io".
E spesso non finisce così.
Qualcuno mi racconta di aver risalito il proprio cognome fino al 1300, per otto, nove generazioni.
Il signor Ranucci ha scoperto che un tale col suo stesso cognome era feudatario.
E il signor Bertoglio ha ancora molti parenti in Piemonte.
E quest'altro ha trovato una cugina in provincia di Cosenza che non sapeva di avere.
Le saghe famigliari si sprecano.
In Australia, specialmente a Melbourne, gli Italiani sono tantissimi.
Per non parlare di quanti ce ne sono negli Stati Uniti, e di quello che hanno fatto.
Ma in Argentina, o quantomeno a Buenos Aires, ho la sensazione che ci sia davvero un fiume di sangue italiano che scorre parallelo al Rio de la Plata.
La lingua italiana si parla ufficialmente solo in Italia, ma qui si studia nelle scuole come lingua straniera. Ci sono scuole di Italiano ad ogni angolo, tra cui la riconosciuta Dante Alighieri.
Gli Italiani hanno seminato ovunque, sono indubbiamente un popolo di emigranti, ma ad oggi se devo pensare ad un popolo dove gli Italiani hanno fatto crescere la loro cultura al di fuori dei confini del Paese, e' quello argentino.
Con evidenti infusioni spagnole, ma anche tedesche e indigene, gli argentini conservano le caratteristiche salienti degli italiani. E le hanno mantenute nella cucina, nella musica e nella personalità.
Non mangiavo il vero GRANA PADANO da 11 mesi. Ieri l'ho trovato e ne ho staccata una scaglia da una forma del diametro di una sequioia. Dal panettiere si trovano tutti i tipi di pasta, all'uovo e di grano, pane e pizzette, pizzettine e foccaccine. alle quali leccornie hanno aggiunto le empanadas, delle specie di panzerotti ripieni di carne di vacca, di pollo o prosciutto e formaggio.
La metà del peso culturale del Tango è originaria dall'Italia. I nomi dei maggiori compositori di musica a partire dai primi anni del Novecento fino all’età d’oro, quella degli anni '30 e '40, Aníbal Troilo, Juan D'Arienzo, Carlos Di Sarli ,Osvaldo Pugliese, Francisco De Caro, sono tutti figli d’italiani.
Alcuni nomi di strade e quartieri richiamano parole italiane, come ad esempio Palermo (che tuttavia non prende il nome dal capoluogo siculo) e ora il fiume rosso ha ramificazioni ovunque, ma l'epicentro, o la sorgente, se di fiumi stiamo parlando, e' in La Boca, una delle zone più caratteristiche della città, per i suoi colori e le lamiere curvate che ricoprono le pareti.
Racconta un fotografo ( che vende delle foto meravigliose lungo Caminito, la via principale de La Boca) che le lamiere venissero poste sulle pareti delle case per imitare le baracche napoletane, che, tuttavia, erano ricporte di lamiere, perchè altrimenti rubavano le pietre.
Se da un lato l'approccio con le persone è una scenetta che si ripete, dall'altro ancora una volta mi trovo a confrontarmi con le mie origini, con la mia cultura e la sua diffusione nel mondo.
In Un anno in otto ore c'è un capitolo che si intitola Viva l'Italia, potrei riscriverlo per Buenos Aires, ma una cosa è fondamentalmente diversa: la cultura Italiana a Sydney ha un sentore di surrogato, di copia, di imitazione. Per esempio, banalmente, le patatine al gusto basilico, con la bandieruola dell'Italia sull'angolo del sacchetto, o la piazza Dante Alighieri, in Leichhardt, con i palazzi Milano, Palermo, Roma e Firenze, in colri pastello completamente fuori contesto, mi avevano lasciato un po' perplesso.
Mentre quello che di italiano c'è in Buenos Aires è una evoluzione, una continuazione, una miscela. Nei testi delle canzoni di Tango, per esempio, ci sono anche parole Guarani, una lingua degli indigeni Sud Americani.
L’Italia, oltre che come fonte di tradizione letteraria classica, a fine ‘800 entrò in maniera preponderante ed incisiva nella vita argentina attraverso le vie degli uomini e delle loro migrazioni. Esse furono così massicce ed «ingombranti» a livello sia sociale sia culturale che la risposta delle élites intellettuali argentine a questa situazione fu l’affermazione della cultura popolare quale fulcro della identità nazionale che stava formandosi: questo processo si concretizzò nella letteratura gauchesca, riscrittura colta della tradizione poetica di derivazione rurale. (tratto da http://www.latinoamerica-online.info/2008/letteratura08_fornasier_patat_it.htm a questo link interessanti recensioni su L’Italia letteraria in Argentina attraverso le riviste di Buenos Aires di primo Novecento)
In altre parole mi viene facile paragonare la storia dei popoli italiano e argentino dall'800 ad oggi alla storia di due fratelli. Un resta, l'altro va. Quello che va mette nella valigia le cose più importanti. Durante il viaggio verso Benos Aires perde la valigia. E cerca quello che conteneva nella città. Niente sarà uguale, l'uso e il valore delle cose, quello si.

da Wikipedia
La Boca è un quartiere di 46.494 abitanti della città di Buenos Aires, Argentina sulle rive del Riachuelo, fiume che divide il territorio della Capitale da quello della provincia di Buenos Aires. Deve il suo nome al fatto di sorgere all'imboccatura (boca) della confluenza del Riachuelo nel Río de la Plata.
È la sede della società
polisportiva Boca Juniors che deve la sua fama soprattutto alla sua sezione calcistica. Al tempo coloniale La Boca era una zona di grandi baracche per gli schiavi neri ma, alla fine dell'Ottocento, fu popolata soprattutto da immigranti italiani che le hanno dato l'aspetto attuale.Gli abitanti della Boca (e i tifosi della sua squadra) si definiscono ancora come Xeneizes (deformazione della lingua ligure di "zeneixi", vale a dire genovesi nella lingua di Genova) la quale origine era quella prevalente nella Boca.
L'artista più noto della Boca è il pittore
Benito Quinquela Martìn, che sempre ha rappresentato nelle sue opere scene di vita quotidiana del porto.Il quartiere è famoso per "Caminito", una via con case colorate e mercatino dell'artigianato. Le case venivano dipinte dagli abitanti del luogo con le rimanenze di vernice usata per le chiatte da trasporto merci che transitavano nel Riachuelo e negli anni questo è diventato un motivo di attrazione per i turisti.

3 comments:

diego said...

Tieni conto che più o meno la metà degli abitanti di Buenos Aires ha origini italiani! (più da quelli spagnoli!).
Basta dare un'occhiata alla guida telefonica..

abbracci da un tanghero

Unknown said...

sarebbe bello poter dire in futuro che anche l'Italia ha accolto. Sarebbe bello che un somalo del 2080 in viaggio in Italia incontrasse qualcuno che ricorda antenati somali. Sarebbe bello che un eritreo che pasasse per Milano nel 2100 incontrasse un po' della sua storia.
Non sembra che questa sia la strada che vuole prendere il nostro amato Paese.

Unknown said...

segnalo questa bella riflessione dello scrittore Erri de Luca sui migranti

parte 1 http://www.youtube.com/watch?v=Uww1SFLAOTI

parte 2 http://www.youtube.com/watch?v=Uww1SFLAOTI