VIAGGI, PENSIERI, EMOZIONI
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Sunday, May 17, 2009

Un sabato a Buenos Aires

L'argentina ha una differenza di fuso rispetto all'Italia di 5 ore. Ma gli argentini hanno il loro fuso personale e traslano di qualche ora la parte del giorno da vivere. Quindi ci si sveglia più tardi e si vive di più la notte.Io mi sono adeguato.
Mi sono svegliato alle 2 pm.
Ho fatto colazione e sono uscito.
Destinazione Porto Madero.
E' il vecchio porto con una serie di caseggiati in mattoncini rossi che delimitano una sponta del fiume marrone. Sull'altra sponda gli edifici sono più recenti e svettano grattacieli ancora in costruzione.
Tirava un forte vento scompigliacaepelli, ma la bella giornata di sole aveva invitato molti porteñi a fare un giro con i pattini, la bici o la canoa.
Uno dei ponti che collegano le due sponde e' del famoso architetto Calatrava.
Il nome dell'opera è Puente de la Mujer e fu inaugurato il 20 dicembre del 2001, nel picco della crisi economica e istituzionale argentina. Per questo l'inaugurazione passó inavvertita dalla maggioranza degli abitanti


Questo e gli altri sono interessanti perchè possono routare su un enorme perno per permettere alle navi di attraversarli.
Dopo aver passeggiato un po' mi sono addentrato in un quartiere limitrofo. Era deserto. Solo cartacce in volo e negozi chiusi. Vento intubato lungo le strade e i soliti immancabili cortei di taxi.
Ne ho preso uno. Destinazione Malba, museo di arte moderna.
Per arrivarci abbiamo percorso l'Avenida del Libertador, passando di fronte alla Casa Rosa, a sede centrale del potere esecutivo della Repubblica Argentina.
Al Malba ho visitato diverse mostre, tra le quali mi hanno colpito quella fotografica di Manuel Alvarez Bravo, un messicano che politicizzò molto le sue opere.
Una delle sue foto più famose, Obrero en huelga, asesinado (Lavoratore in sciopero, assassinato) raffigura un corpo insanguinato, steso a faccia in su sotto al sole


Davanti ai quadri di Fernando Bolero, invece, sono scoppiato a ridere.
Sono tutti ciccioni, con dei pidini minuscoli, come se avessere spremuti i piedi per farli gonfiare-

Ho trovato bellissimo il quadro di Tarsila do Amaral
Dove e' successo esattamente il contrario. Il tipo si e' spremuto troppo le meningi e si e' ritrovato il cervello nei piedi.
Uscito dal museo sono andato a passeggiare in Avenida Santa Fe, una delle principalia rterie commerciali della città e mi sono fermato in una gastronomia per comprare un pezzo di Grana Padano, che non mangiavo da 11 mesi.
Poi ho cercato di recuperare le informazioni per andare nel quartiere Caballito, alla festa di un'amica, ma tutti mi davano informazioni diverse, facendomi camminare avanti e indietro. Ho cominciato a sospettare che mi stessero manovrando in un assurdo gioco.
Alla fine sono salito sul 92 ma anche il conducente era parte del gioco, infatti mi ha fatto scendere in un quartiere lontano almeno 30 blocchi da Caballito.
Non ne potevo piu`di camminare ed ho preso un taxi.
Arrivato in Garcia Lorca 35, ho suonato e mi sono ritrovato in questa festa dove non conoscevo nessuno e nessuno voleva conoscere me.
La festa era in un appartamento al piano terra, con giardino privato, chiuso da muri di edera. Fotografie esposte alle pareti, un paio di quadri e vestiti. Melina e`stilista per cui aprofittava della festa per proporre i suoi capi.
Poi una serie di bande e solisti si sono susseguiti in performance musicali e di danza.
Torte non mi pare ne abbiano tagliate, in ogni caso io non ho fatto gli auguri a nessuno.
Non so se era una festa di compleanno.
Non so niente
Non chiedetemi niente.
Voglio andare a casa.

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