VIAGGI, PENSIERI, EMOZIONI
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Friday, May 1, 2009

... e città

Si era infilato in un autobus. Il 140. Si era il 140. Non era nemmeno sicuro che fosse quello che l'avrebbe portato a casa. Ma non aveva importanza. Era appena uscito da un bar doveva aveva consumato delle birre e un po' di se stesso. Non aveva voglia di camminare. Aveva camminato tutto il giorno tra carta sporca, muri scrostati, tra saracinesche chiuse di case in vendita. Voleva solo tornare a casa e magari provare a dormire.
Dormire.
Per tanto tempo.
L'autobus stava percorrendo una larga via luminosa a senso unico.
Vedeva solo luci rosse dei fanali posteriori e i palloncini gialli lungo i marciapiedi.
Enormi manifesti pubblicitari e insegne luccicanti lunghissime.
Le strade erano tutte perpendicolari e parallele per cui ad ogni incrocio poteva sbirciare per qualche istante lungo i corridoi di vetture. Luci bianche. Luci rosse. Luci bianche. Luci rosse.
E gente.
Piccola gente.
Passanti, passeggeri. Negozianti della notte.
E qualcuno, fermo, all'ombra dimenticata di un albero che non vuole nessuno.
La vede, tutta questa roba. Lui.
La vede.
La città. La vede come una macchina che pulsa, come un'entità che vive.
Non ci aveva mai veramente pensato a questa cosa.
Alla città come un essere, non come qualcosa composto da uomini, animali e cose. No, la città, come se fosse un cuore. Tum...Tum...Tutum...
Pulsa. A ritmo.
Ogni città ha un suo ritmo, una sua pulsazione.
Napoli.
Prendi la sua architettura, il suo mare, la sua gente. Le sue canzoni. Trita tutto e metti in una pentola a bollire.
Non assaporerai nè gente nè palazzi. Solo Napoli.
Parigi.
Roma.
NEW YORK.
Tum tum tum tum.
Che ritmo ha New York?
Berlino.
Le città hanno un'anima.
Automobili, preservativi, volti giganti, boccette di profumo omaggio frantumate contro i grattacieli. Bolle di sapone. Immondizia.
Terrore e sirene blu.
Dormono tutti. Eppure c'e' sempre qualcuno che la guarda.
Che la vive.
Che ascolta una canzone sperando che la luna non scenda.
C'e' sempre qualcuno che balla.
Che fa l'amore.
Che uccide.
Città del Capo, Blantyre, Lilongwe, Durban, Rio de Janeiro, San Paolo, BUENOS AIRES.
Buenos Aires.
Lui era a Buenos Aires.
E sapeva che stava percorrendo le arterie di quella città. Sentiva l'odore del sangue, ne vedeva il colore rosso. Lo sentiva scorrere. E pulsare.
Se gli uomini avevano fatto qualcosa di bueno, avevano inventato l'anima.
E l'avevano messa nei colori di un quadro.
E in tante cose.
Ombrelli verdi sotto la pioggia, riflessi di rotaie di metallo. Chiodi ruggine. Foto in bainco e nero scattate di nascosto.
E città.

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