Tuesday, July 20, 2010
Partire
Sunday, July 4, 2010
Metafore
Sul blog del vascello vengono postati con una discreta frequenza dei messaggi scritti direttamente dai membri dell'equipaggio. Hanno scritto Christine, capo spedizione, Claus, il capitano, e Abi, una ragazza della ciurma.
Credo che loro scrivano a qualcuno che poi si fa carico di inserire i messaggi nel blog. Infatti si avvalgono di un servizio offerto da SailMail che permette di inviare messaggi di testo appoggiandosi alla radio o al telefono satellitare. Per tanto dubito che sia possibile una normale navigazione nella rete con tanto di aggiornamenti di status su Facebook, anche pèerchè so che il capitano era profondamente contrario ad avere itnernet a bordo, per potersi riservare il lusso di essere irraggiungibile e solo, di godersi il mare, la sua infinità, il suo silenzio e le sue creature, fino a quando la terra avrebbe permesso di condividerle con qualcuno che non fosse a bordo. Senza internet l'Oceano è ancora un posto dove il mondo è diverso. Dove puoi smettere, per il tempo della navigazione, di essere quell'uomo che la terra vorrebbe.
L'uomo non è nato per vivere sul mare. Proprio per questo quando sei sul mare puoi essere tutto e il contrario di tutto.
Ciò nonostante è indubbio che dal mio punto di vista, di ex Heraclitiano, poter leggere quello che sta succedendo a bordo, le emozioni, le impressioni, è decisamente forte.
Conosco Claus e molti altri membri dell'attuale equipaggio, per cui immagino, sento, vedo anche se non sono a bordo.
Night before last, Eddie's watch, the 12-4 broke the speed record --9.9 knots...I heard Eddie laughing with joy on the helm.L'ho sentita anch'io quella risata.
(La notte precedente, durante il turno di Eddie, iol12-4, Heraclitus ha superato il record di velocità, 9.9 nodi... Ho sentito Eddie ridere con gioia mentre era la timone.) Christine
La conosco bene.
Forse non so esattamente cosa vuol dire essere sulla cresta di quelle montagne di cui parlano qualche riga più su, ma ora so che io sto navigando.
Io sono sul mio Oceano.
La mia sfida ora, non si chiama Atlantico.
Ne ho una ben più grande da affrotnare.
Che non conosco.
Conosco forse il mare? O conosco solo il suo nome?
Conosco cosa mi riserva il girno successivo? Conosco quali tempeste, quali onde?
Conosco qauli meraviglie?
Conosco forse il colore che avrà il cielo al tramonto, all'alba? Posso sapere quali e quante nuvole ci saranno? Se pioverà?
Non so nulla.
Non so niente
So soltanto che sono in continuo movimento.
Sono disorientato eppure non sono perso nell'infinito della libertà.
Su un mare senza vento nè stelle.
Forse anche un po' abbandonato alla deriva.
Naufrago dentro me.
A cosa è servito tutto questo naviagare, questo viaggiare, questo conoscere e divenrire?
Forse a non avere paura di continuare a farlo, anche se non vado da nessuna parte.
Non sono certo appagato. Il mio desiderio di mondo non può sopirsi di fronte ai viaggi del pensiero.
Ma anche il pensiero si stanca.
E vorrebbe riposare.
Si può?
Si può fermare il pensiero?
Si può gettare l'ancora?
La leggerezza che volevo era soltanto quella dell'illsuoine di una sosta.
Ma cosa vuole diventare tutto il mio moto?
Posso forse trasformarlo in una forma esistente, già vissuta da qualcuno?
Non mi posso costringere a questo.
E' difficile.
Difficle contiunare a rincorrere qualcosa che si nasconde dientro la nebbia.
E' difficle cercare di essere quello che nemmeno si sa.
Tuesday, June 22, 2010
Leggerezza

Tuesday, June 15, 2010
Italia

Monday, June 14, 2010
Wednesday, June 2, 2010
Mattia
Pronto? ah ciao, no no, dimmi, ... no, non ho ancora deciso. Non so. Ci sentiamo più tardi, ora non ci sono con la testa. ...si si ...tutto a posto....ciao.
Mamma
(traduzione da
MOTHER, The wall
Pink Floyd)
Mamma, pensi che sganceranno la bomba?
Mamma, pensi che piacerà loro la canzone?
Mamma, pensi che cercheranno di rompermi le palle?
Mamma, devo costruire un muro?
Mamma, devo candidarmi come presidente?
Mamma, devo aver fiducia nel governo?
Mamma, mi metteranno sulla linea del fuoco?
E' tutto uno spreco di tempo?
Zitto ora bambino, non piangere
La mamma realizzerà tutti i
Tuoi incubi
La mamma ti trasmetterà tutte le proprie paure
La mamma ti terrà proprio qui
Sotto la sua ala
Non ti lascerà volare ma potrebbe lasciarti cantare
La mamma ti terrà sempre al calduccio
Oh babe, oh babe
Certo che la mamma ti aiuterà a costruire il muro
Oh babe, oh babe
Mamma, pensi che lei vada abbastanza bene per me?
Mamma, pensi che sia pericolosa per me?
Mamma, farà soffrire il tuo bambino?
Mamma, mi spezzerà il cuore?
Zitto ora bambino, non piangere
La mamma controllerà tutte le tue fidanzate per te
La mamma non lascerà che chiunque sia sporco entri
La mamma ti aspetterà alzata finchè non rientri
La mamma scoprirà sempre
Dove sei stato
La mamma ti terrà sempre in salute e pulito
Oh babe, oh babe
Sarai sempre un bambino per me
Mamma, doveva essere così alto? [*]
Thursday, May 27, 2010
I love radio rock.


E' il titolo di un film, non un sentimento.
Monday, May 24, 2010
.... o non ..?
Morire, dormire, sognare forse: ma qui é l'ostacolo, quali sogni possano assalirci in quel sonno di morte quando siamo già sdipanati dal groviglio mortale, ci trattiene: é la remora questa che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti.
Chi vorrebbe, se no, sopportar le frustate e gli insulti del tempo, le angherie del tiranno, il disprezzo dell'uomo borioso, le angosce del respinto amore, gli indugi della legge, la tracotanza dei grandi, i calci in faccia che il merito paziente riceve dai mediocri, quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto con due dita di pugnale? Chi vorrebbe caricarsi di grossi fardelli imprecando e sudando sotto il peso di tutta una vita stracca, se non fosse il timore di qualche cosa, dopo la morte, la terra inesplorata donde mai non tornò alcun viaggiatore, a sgomentare la nostra volontà e a persuaderci di sopportare i nostri mali piuttosto che correre in cerca d'altri che non conosciamo? Così ci fa vigliacchi la coscienza; così l'incarnato naturale della determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. E così imprese di grande importanza e rilievo sono distratte dal loro naturale corso:
e dell'azione perdono anche il nome..
Sunday, May 23, 2010
Matrix
Non ho visto niente.
Non ho sentito niente.
Non ho conosciuto nessuno.
E' successo tutto nella mia testa.